Non bastasse una stagione calcistica già molto complicata, per l'Ajax di Amsterdam adesso scattano anche problemi in ambito finanziario. Il consiglio di sorveglianza ha infatti deciso di sospendere l'amministratore delegato Alex Kroes per via di un fondato sospetto di Insider Trading.
Dove nascono le accuse di Insider Trading
Bisogna premettere che quando parliamo di Ajax, oltre a parlare di uno dei club più famosi e vincenti al mondo, parliamo anche di una società che è quotata alla borsa di Amsterdam. Quindi è soggetta a regole ferree, a tutela del mercato dei capitali. Ed è proprio per questo motivo che è nato questo spiacevole episodio.Ci sarebbero infatti forti indizi che l'amministratore delegato Alex Kroes, appena una settimana prima di essere nominato nel suo nuovo ruolo - a inizio agosto scorso - avrebbe effettuato un acquisto di 17.000 titoli azionari del club. Questo comportamento integra una fattispecie di Insider Trading, che è un reato. Da qui la decisione del club, che ha chiesto una consulenza legale esterna, di procedere alla sospensione del suo amministratore delegato.
Il club si dissocia
"C'è grande dispiacere per quello che è accaduto in seno al nostro club - ha pubblicato in una nota ufficiale il club olandese - dal momento che le azioni poste in essere da Alex Kroes non sono in linea con ciò che sostiene l'Ajax. Una violazione simile non può essere tollerata da una società che è quotata in borsa, ancora di più se tali azioni sono poste in essere dall'amministratore delegato. Per questo la posizione del signor Kroes non è più sostenibile".
Cosa accade adesso
In via temporanea i membri stessi del consiglio di sorveglianza assumeranno i compiti e le responsabilità dell'amministratore delegato, finché un'assemblea generale - che verrà convocata a breve termine - non prenderà la decisione di licenziare formalmente Alex Kroes, dopo aver sentito le azionisti come prescrive lo statuto.
Kroes, che è ceo dell’Ajax dopo aver sostituto Edwin van der Sar, ha affidato a Linkedin la sua risposta alla scelta del club, sostenendo di «non accettare la decisione del Consiglio di sorveglianza».
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