L'incontro per salvare l'azienda
Ma da ieri c'è una schiarita. L'incontro avvenuto tra il premier Conte, il vicepremier Di Maio e la proprietà turca Toksz ha prodotto un risultato. Infatti Pernigotti sospende fino al 31 dicembre la procedura di licenziamento dei 100 addetti dello stabilimento di Novi Ligure e apre con il Governo un percorso intorno all'ipotesi di reindustrializzazione dello stabilimento di Novi Ligure. Il gruppo turco farà richiesta di cassa integrazione per reindustrializzazione - e non ristrutturazione come nell'ipotesi originaria - per garantire che i dipendenti abbiano l'ammortizzatore sociale. Verrà inoltre nominato un soggetto terzo che si occuperà di verificare quali opportunità produttive ci sono nel sito italiano del Gruppo.L'ipotesi Sperlari
Sempre ieri era parsa concreta anche un'altra ipotesi. Il famoso gruppo Sperlari si sarebbe infatti fatto avanti per acquisire sia lo stabilimento di Novi Ligure che il marchio della famosa impresa dolciaria. Sperlari (di Cremona) a metà dello scorso anno è entrata a fare parte della tedesca Katjes international. Quest'ultima non ha ne' confermato ne' smentito la notizia, anche perché l'iniziativa sarebbe partita direttamente dall'azienda italiana. Al di là dell'aspetto romantico dell'operazione, la stessa avrebbe sorpattutto un fortissimo valore economico strategico. L'integrazione di un marchio celebre come Pernigotti con un altro brand storico come Sperlari (che possiede Saila, Galatine, Dietor e Dietorelle) sarebbe un gran colpo.L'incontro col governo e il nuovo dialogo con la Toksz, però sembrano raffreddare l'ipotesi di una disponibilità dell'azienda a cedere le attività italiane legate al brand Pernigotti, almeno nei prossimi mesi.
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