Le voci che agitano il mercato del greggio
A spingere la quotazione del petrolio erano state le prospettive che l’Arabia Saudita faccia pressione sull’Opec per ridurre la produzione. I sauditi vorrebbero che tutti i Paesi aderenti riducano la produzione di un milione a 1,4 milioni di barili al giorno per evitare un aumento delle scorte. Un'ipotesi che sembra trovare d'accordo anche la Russia, pronta a sua volta a tagliare le forniture per la fine dell’anno.Questa eventualità stava spingendo le quotazioni del greggio sui mercati. A metà giornata il contratto sul Brent saliva di 15 cent a 66,95 dollari. Il greggio leggero Usa Wti guadagnava invece 19 cent a quota 56,65. Poi c'è stata una nuova inversione di rotta, con i prezzi che sono ridiscesi in modo pesante, con perdite di oltre un punto percentuale tanto per il Brent che per il WTI. Va ricordato che il mercato del petrolio continua ad accusare un pesantissimo calo nell'ultimo mese e mezzo. Ad esempio il Brent è quasi il 25% sotto il picco di ottobre a 86,74 dollari. Chi fa trading con medie mobili ha potuto vedere il prezzo attraversare le medie di diversi periodi.
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Il mercato si muove con cautela e soprattutto continua a monitorare attentamente il possibile impatto di un taglio alle forniture. Al momento questa ipotesi sembra essere presa con molta considerazione, ma è chiaro che soltanto dopo il meeting del prossimo 6 dicembre si potrà sapere se si andrà in questa direzione oppure no.
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