Petrolio dalla paura al rimbalzo
I prezzi avevano subito un forte contraccolpo all'indomani dell'attacco americano in cui era rimasto ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani. Tuttavia, col passare dei giorni la tensione si è smorzata e i prezzi del petrolio hanno imboccato la via della discesa, giungendo anche sotto al livello che avevano prima del raid USA. Il rimbalzo delle ultime ore è stato invece propiziato dall'accordo commerciale Usa-Cina, ufficializzato ieri.L'accordo di fase uno fa intravedere una domanda globale di petrolio più sostenuta in futuro. Così i prezzi del Brent stanno risalendo la corrente verso 65 dollari, dopo giorni di ribassi. Anche il WTI sta rimbalzando dopo le perdite dei giorni scorsi, salendo a 58,26 dollari al barile. Ma non giungono segnali interessanti dall'indicatore on balance volume OBV.
Equilibrio domanda-offerta
Col timore di una crescita di tensione in Medioriente molto sfumato, al centro dell'interesse degli investitori è tornato il futuro incerto equilibrio tra domanda e offerta di petrolio. Da tempo lo shale oil americano viaggia a livelli produttivi da record, ed è quindi logica la preoccupazione dell’Opec, che a marzo si riunirà per rivedere l’accordo sui tagli produttivi. Secondo il cartello dei produttori, la produzione di greggio salirà nel 2020 a un ritmo più grande del doppio rispetto all'incremento della domanda. Con inevitabili ripercussioni sui prezzi.Nel frattempo l'Energy Information Administration ha evidenziato un calo sostanzioso delle scorte di petrolio nell'ultima settimana. Il dato di 2,549 milioni di barili è molto più elevato del calo atteso di 0,474 milioni.
Suggerimento: bisogna essere sicuri di quel che si fa quando si investe. Per questo è meglio cominciare dalle basi, imparando i migliori broker CFD.
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