venerdì 12 giugno 2020

Materie prime, Goldman Sachs avvisa gli investitori: "rally insostenibile"

La corsa dei prezzi delle materie prime è andata oltre quello che suggeriscono i loro fondamentali di mercato. Lo evidenzia Goldman Sachs in una nota, nella quale esclude da questa valutazione solo i metalli. Per questo motivo la banca d'affari evita di raccomandare posizioni lunghe (ovvero comprare).

L'avviso di Goldman Sachs sulle materie prime

La banca di Wall Street vede rischi al ribasso sia sul mercato dei beni agricoli che in quelli energetici, soprattutto il mercato del petrolio. In special modo ritiene che sia sorprendente il loro aumento dei prezzi, visto l'andamento delle scorte e la domanda depressa. Se un tale stato di cose dovesse continuare, "qualsiasi rally nei mercati delle materie prime fisiche è insostenibile", ha detto Goldman.

E ricordiamo che le valutazioni della banca USA sono tenute in grande considerazione dagli investitori dei broker forex italiani autorizzati.

Metalli industriali

Come detto, l'unica eccezione in questo quadro è rappresentata dai metalli, perché c'è la domanda cinese a sostenerli. La spinta arriva dai settori delle costruzioni e delle infrastrutture, tanto che a maggio sono state superate le proiezioni più ottimistiche. Ecco perché GS prevede rendimenti a 3 mesi dello 0,8% per i metalli industriali, -9,5% per i complessi energetici, -8,6% per i metalli preziosi e -7,4% per l'agricoltura. Spostando invece l'orizzonte a 3, 6 e 12 mesi, Goldman registra rendimenti del -7,5%, 2,7% e 13,1% sulle materie prime.

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Petrolio e Oro

Riguardo al petrolio, la previsione della banca d'affari è che nel momento in cui i prezzi raggiungeranno i $ 40 al barile (siamo vicini), la produzione aumenterà. Il che significa maggiori rischi al ribasso, che potrebbe arrivare anche al 15-20%. In ambito agricolo invece sono mais e zucchero ad essere destinati a livelli di produzione storicamente elevati quest'anno, che spingeranno i prezzi al ribasso.E l'oro? Goldman Sachs si aspetta un balzo fino a $ 1800 per oncia su una base di 12 mesi. Ma il rischio inflazione potrebbe spingere l'obiettivo anche oltre $ 2.000.

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