mercoledì 10 giugno 2020

Crisi da Covid, anche la Banca Mondiale è preoccupata: rischio povertà per 70-100 milioni di persone

Lo scorso mese di aprile, il Fondo Monetario Internazionale aveva definito la crisi da Covid come la peggiore da moltissimo tempo. E aveva preannunciato una recessione senza eguali. Sulla stessa lunghezza d'onda si pone adesso anche la Banca Mondiale.

I numeri della crisi da Covid


All'interno dell'ultimo rapporto, l'istituto infatti parla di questa crisi economica come della peggiore dalla seconda guerra mondiale. Infatti il Pil mondiale potrebbe diminuire del 5,2%. Si tratterebbe della quarta recessione più pesante dell'ultimo secolo e mezzo. Di peggio s'è visto solo nel 1914, nel 1930-32 e infine nel 1945-46. In sostanza, solo le guerre mondiali e l’ascesa dei regimi totalitari ha fatto peggio del coronavirus. Il calo si avvertirà in oltre il 90% dei Paesi, spingendo tra 70 milioni e 100 milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Per molti di loro la sfida sarà sopravvivere cone meno di 1,9 dollari al giorno.

Dramma emergenti

Ma se la contrazione più forte verrà avvertita nei Paesi avanzati, sono soprattutto i mercati emergenti a preoccupare, visto che per milioni di persone rischiano l'indigenza. La flessione per i Paesi in via di sviluppo infatti sarà del 2,5%. Inoltre in molti di questi paesi (come Brasile, Russia e India) il numero di contagi è ancora in aumento.

La ripresa dalla crisi: tre scenari alternativi

Per assistere ad una ripresa occorrerà aspettare il prossimo anno. Il rimbalzo previsto per il 2021 è del 4,2 per cento. Tuttavia questa è la previsione di base, che ipotizza un continuo calo dei contagi e la revoca progressiva dei lockdown. Ma ci sono anche altre due possibilità. Se la pandemia persistesse più a lungo, il Pil globale si ridurrebbe di quasi l’8%. Inoltre la ripresa dell'anno prossimo sarebbe molto più flebile. Se al contrario le cose dovessero andare meglio del previsto, allora potremmo avere una contrazione minore e una ripresa più rapida.

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