mercoledì 18 dicembre 2024

Tassi di interesse, la FED taglia ma annuncia la frenata nel ciclo

Arrivano novità importanti dalla riunione di politica monetaria della Fed. Sebbene la banca centrale Usa abbia tagliato i tassi di interesse, come previsto, ha sorpreso i mercati con l'annuncio di un atteggiamento più cauto in futuro. Ciò ha innescato un brusco sell-off sul mercato azionario e la corsa del dollaro.

La decisione sui tassi di interesse

Il meeting del Federal Open Market Committee, l'organo di politica monetaria della banca centrale statunitense, si è chiuso con la scelta di abbassare i tassi di interesse di riferimento di 25 pb, portandoli tra il 4,25% e il 4,50%

E' stata la terza riduzione consecutiva effettuata quest’anno, ma il 2025 potrebbe cominciare con una pausa. Dal cosiddetto "dot plot" emerge infatti la previsione di soli due tagli dei tassi di interesse nel 2025, per un totale di 50 punti base. Fino a poco tempo fa i mercati erano orientati su tagli complessivi per 1 punto percentuale.

Secondo l'istituto centrale americano, il ritmo dei tagli dovrà essere ricalibrato alla luce dell'andamento della disoccupazione, che è relativamente stabile, e della discesa più lenta del previsto dell'inflazione. Inoltre bisogna capire ancora cosa accadrà quando entrerà in carica la nuova amministrazione Trump.

La reazione del mercato

Dopo l'annuncio da parte della FED, i mercati hanno aumentato le probabilità di una pausa nei tagli dei tassi a gennaio. E' infatti passata dall'80% all'88%. 
Questo scenario ha innescato la corsa del dollaro sul mercato valutari. Il Dollar Index è salito oltre la soglia di 108, su livelli che non si vedevano da novembre 2022. Il cambio EURUSD è invece scivolato sotto quota 104, come si può vedere sulle piattaforme degli opzioni binarie broker No ESMA.
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito al 4,47%, chiudendo nuovamente al livello più alto da giugno.

Crolla Wall Street

La scelta della FED ha provocato un tonfo delle azioni statunitensi. L'S&P 500 e il Nasdaq 100 sono crollati rispettivamente del 2,9% e del 3,7%, mentre il Dow Jones ha perso 1.123 punti, registrando il suo decimo giorno consecutivo di perdite, la serie di perdite più lunga dal 1974.

Annotazione: su gli indici di borsa è possibile negoziare anche le opzioni vanilla, ma occorre trovare il broker giusto che le offre.

Il nuovo outlook

La banca centrale Usa ha ritoccato le proprie previsioni riguardo crescita e inflazione. Il PIL per il 2024 dovrebbe essere 2,5%, rispetto al 2% nella proiezione di settembre. L'inflazione dovrebbe essere al 2,4% per il 2024, contro 2,3% precedente. E nel 2025 dovrebbe essere ancora molto alta: 2,5% contro 2,1%.

lunedì 16 dicembre 2024

Industria del pomodoro italiano a rischio per via di clima e concorrenza

Ci sono due fattori che negli ultimi tempi stanno provocando grosse difficoltà all'industria del pomodoro italiano, uno dei comparti che rappresentano il made in Italy nel mondo. Si tratta dei problemi legati al cambiamento climatico e quelli innescati dalla feroce concorrenza (soprattutto sleale) di paesi extraeuropei.

L'importanza economica di questa industria

Quando parliamo dell'industria conserviera italiana ci riferiamo a uno dei fiori all'occhiello della nostra economia. Siamo la terza al mondo per importanza dopo Cina e Stati Uniti. Il fatturato complessivo è di circa 5,5 miliardi di euro, e la produzione italiana è pari a 5,3 milioni di tonnellate l'anno. 

A livello occupazionale l'industria del pomodoro consente di occupare 10.000 addetti fissi ed altri 25mila stagionali. In più bisogna anche aggiungere tutto il valore relativo all'indotto. Parliamo quindi di un settore chiave per la nostra economia.

La minaccia

Negli ultimi tempi però la situazione si sta facendo sempre più difficile, mettendo in gioco lo stesso futuro di questo comparto. Anzitutto il cambiamento climatico che rende sempre più difficile la produzione di pomodoro. Una situazione che viene aggravata anche dalla precaria situazione delle nostre infrastrutture idriche, che sono deficitarie.

La concorrenza cinese

Ma è soprattutto la minaccia rappresentata dalla concorrenza sleale ad essere quella più grave. Non tutti infatti rispettano le regole di sostenibilità ambientale e sociale. In particolar modo la produzione cinese, che in questo modo abbatte notevolmente i costi e invade i mercati con pomodori di dubbia qualità, che tuttavia trovano largo utilizzo per alcune passate ed ampio spazio sugli scaffali.

Non è un caso che la Cina ha incrementato la produzione di pomodoro del 31% nell'ultimo anno, e addirittura del 68% rispetto al 2022, mentre nello stesso periodo di tempo Stati Uniti e d'Italia hanno perso diversi punti percentuali di produzione. Per questo motivo da più parti si chiede che venga estesa a livello europeo l'obbligatorietà di riportare in etichetta la zona di coltivazione ed il paese di lavorazione del pomodoro utilizzato per le passate.

martedì 10 dicembre 2024

Mercati in attesa dell'inflazione USA e meeting BCE. Le Borse chiudono in chiaroscuro

Finale a tinte miste per le borse europee, dal momento che i mercati aspettano l’inflazione Usa (domani) e la riunione Bce (giovedì). Il dato sui prezzi sarà l'ultimo grande indicatore prima della riunione della Fed della prossima settimana, e una sorpresa negativa potrebbe allontanare il taglio di 25 bp attualmente scontato dai mercati.
Il giorno dopo invece si riunirà la BCE, che dovrebbe tagliare i tassi di interesse dello 0,25%.

La giornata dei mercati

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta in calo dello 0,10% a 34.524,70 punti. Sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 36.750 punti.

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso dello 0,7%: poco mosso il Dax tedesco (+0,1%), calano il Cac40 francese (1,1%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,4%).

I numeri di Piazza Affari

Alla chiusura della seduta odierna, il controvalore degli scambi risulta pari a 2,17 miliardi di euro, in ribasso (-18,01%), rispetto a lunedì. I volumi scambiati sono passati da 0,51 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,51 miliardi.

Riguardo ai singoli titoli, i mercati premiano Banco BPM, in rialzo dell'1,22%. Bene anche Banca MPS, che segna un piccolo aumento dell'1,17%.
Giornata positiva anche per Stellantis +0,97%.
Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Brunello Cucinelli, che ha chiuso a -1,32% disegnando una Dragonfly doji candlestick.

Gli altri mercati

Sul Forex si riprende la scena il dollaro, con l’euro che riavvolge il nastro fino a 1,05, con un andamento che negli ultimi tempi sta facendo felice chi sa come fare scalping Forex. Fra le criptovalute, il Bitcoin scivola a 95.000 dollari.

Fra le materie prime è in frazionale progresso il petrolio: il greggio texano prezza 68,80 dollari al barile e il Brent a 72,44 dollari. L'oro sale a 2.689,8 dollari l'oncia, con un aumento dell'1,09%, in scia ai rischi geopolitici in Medio Oriente legati agli ultimi avvenimenti in Siria.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si mantiene in area 108 punti base, con il decennale italiano al 3,2% e il benchmark tedesco al 2,12%.

domenica 8 dicembre 2024

Debito statunitense, una montagna che continua a crescere

Prima e dopo l'elezione di Donald Trump, uno degli argomenti più dibattuti dagli economisti riguarda lo scenario che si prospetta per il debito statunitense. Il suo andamento già crescente potrebbe ulteriormente impennarsi con la seconda presidenza del tycoon.

I numeri spaventosi sul debito statunitense

La dimensione del debito statunitense è impressionante. Parliamo di una cifra superiore ai 36 trilioni di dollari, ossia 36000 miliardi di dollari. 

La cosa ancora più preoccupante è la progressione della crescita di questa cifra, che 11 mesi fa superava i 34 trilioni di dollari, secondo i dati forniti dal Dipartimento del Tesoro statunitense. Nel giro di un anno quindi il debito nazionale a stelle e strisce è aumentato di 2000 miliardi di dollari, malgrado nello stesso periodo di tempo il prodotto interno lordo sia stato di gran lunga superiore alla media degli ultimi 15 anni.

Indebitamento e crescita economica

L'economia quindi cresce ma non è sufficiente ad assorbire l'enorme indebitamento americano. Questo è probabilmente il dato più sorprendente, visto che solitamente in tempi di congiuntura favorevole il debito dovrebbe diminuire. Al tempo stesso questo scenario è molto preoccupante

Bisogna infatti chiedersi che cosa accadrebbe all'enorme montagna di debito statunitense nel caso in cui l'economia cominciasse a frenare, se non addirittura entrasse in recessione (con conseguente calo delle entrate fiscali e aumento delle spese).

La composizione del debito a stelle e strisce

Dei 36 trilioni di dollari di debito, 7 trilioni e mezzo di dollari sono detenuti dei fondi pensione del governo federale, nel fondo fiduciario di previdenza sociale e in altri conti governativi interni. In pratica sono fuori dal mercato finanziario.

La gran parte invece, poco più di 28 trilioni, è nelle mani del pubblico, perché distribuita in conti negli Stati Uniti o nel resto del mondo, nelle banche, nelle compagnie di assicurazioni, nelle banche centrali e nei conti di intermediazione. Si può dire che il mondo intero ha le mani sul debito americano. Per questo motivo è lecito chiedersi che cosa accadrebbe se gli Stati Uniti affrontassero una crisi come quella del 2007-2009, e quali conseguenze si avrebbero sull'intero panorama finanziario globale.

martedì 3 dicembre 2024

Mercato azionario tonico, nuovo record per il DAX tedesco

L'Europa delle Borse accelera nel finale grazie anche all'apertura tonica di Wall Street, dopo una seduta volatile a causa della crisi politica francese e delle minacce di Trump ai BRICS. Nei prossimi giorni, il mercato azionario metterà il focus sul job report statunitense di venerdì, quando uscirà anche la lettura finale del Pil dell’eurozona del terzo trimestre.

Il bilancio della giornata sul mercato azionario

A Piazza Affari, il Ftse Mib chiude in rialzo dello 0,2% a 33.483 punti. Resta invece piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 35.638 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,47%); consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,16%).

L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in rialzo dello 0,9%. Nel resto del continente Londra +0,3%, Francoforte +1,57% (con l'indice DAX che fissa un nuovo record storico), Parigi +0,1% e Madrid +0,8%.

Molti di questi indici del mercato azionario possono essere negoziati sulle piattaforme trading gratis.

I numeri di Piazza Affari

A Milano il controvalore degli scambi sul mercato azionario è stato pari a 2,81 miliardi di euro, con un incremento del 35,92% rispetto a venerdì. I volumi scambiati sono passati da 0,45 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,5 miliardi di azioni.

Tra i titoli del giorno svetta Nexi, in progresso del 5,50%. Bene anche Campari, in rialzo del 2,36%. Giornata positiva anche per Generali Assicurazioni, +1,70%.
Colpa invece a picco Stellantis (-6,3%) dopo le dimissioni del Ceo Tavares per divergenze con il cda.
Seduta negativa anche per Italgas, -2,11% ed ERG, -1,92%. Scivola Telecom Italia, -1,63%.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro si indebolisce ancora sotto quota 1,05 con pattern di continuazione trading che però fanno immaginare ancora un trend discendente. La moneta unica sotto pressione per il potenziale crollo del governo francese, mentre il dollaro/yen arretra a 149,2.

Tra le materie prime, il petrolio resta fermo in attesa della riunione del 5 dicembre dell’Opec+.
Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +117 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,26%.