Nella serata di mercoledì sono stati pubblicati i verbali dell'ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve (17-18 dicembre), in cui la banca statunitense decise di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli nella forbice compresa tra 4.25%-4.5%.
Da essi emerge l'intenzione di procedere con cautela sui futuri tagli, a causa dei rischi al rialzo per inflazione per via delle nuove politiche su commercio e immigrazione promesse da Trump.
La view del FOMC sui tassi di interesse
I membri del FOMC, il comitato che regola la politica monetaria della Fed, ritengono che sia giusto "rallentare il ritmo dell'allentamento della politica monetaria". Dopo i tagli dei tassi di interesse per un totale di 100 punti base, adesso il costo del denaro è "significativamente più vicino al suo valore neutrale".
Ma a indurre maggiore cautela sono soprattutto i futuri scenari economici degli USA, visto il cambio di rotta che si preannuncia con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
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I timori sull'inflazione
In special modo, i membri della banca centrale USA temono che l'inflazione possa riprendere a salire, a causa dei cambiamenti nella politica commerciale e di immigrazione (anche se non viene mia nominato Trump, è chiaro il riferimento alle politiche che ha annunciato).
Altri fattori di rischio per l'inflazione sono le possibili interruzioni nelle catene di fornitura globali dovute a sviluppi geopolitici, un allentamento delle condizioni finanziarie più ampio del previsto, una spesa delle famiglie più forte del previsto e aumenti più persistenti dei prezzi degli alloggi.
Il dollaro resta forte
Sul mercato valutario, questo approccio della FED ha consentito al dollaro di rimanere forte. Il Dollar Index è stabile intorno a 109, e alcuni indicatori per scalping forex si sono attivati al rialzo. Dalla fine di settembre a oggi, il biglietto verde ha guadagnato circa il 10% (metà dei guadagni dopo la rielezione di Trump).
Gli investitori sono ora concentrati sul rapporto sul lavoro di dicembre in uscita venerdì, per ulteriori indicazioni sullo stato dell’economia a stelle e strisce.
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