Anche se l'investimento rimane una prerogativa fortemente maschile, il numero di donne italiane che decide di utilizzare il proprio denaro nei mercati della finanza digitale è in costante crescita.
Chi investe nella finanza digitale
L'identikit dell'investitore italiano è stato tracciato grazie ad una analisi condotta dall'osservatorio Finanza digitale di BG Saxo. Da essa emerge che il 57% degli investitori e di sesso maschile, con un'età compresa tra i 25 e 54 anni e 10 anni di esperienza (il 27,5% segue la Borsa da più di 10 anni, il 20% da oltre 6 anni e il 27,1% tra i 3-5 anni). Questo significa che il 42,7% sono donne, un numero notevole.
Ma se questo è il tratto tipico degli investitori italiani, ci sono tendenze interessanti da esaminare. Ad esempio, quasi il 31% di chi utilizza le piattaforme online è un under 35, e quasi il 9% è under 25, la dimostrazione che soprattutto gli strumenti digitali sono in grado di catturare un pubblico più giovane.
Come è stata condotta l'indagine
L'analisi effettuata dall'osservatorio si è basata su un campione di 2800 persone che risiedono al Nord Italia. La scelta del luogo non è casuale, visto che secondo la Consob è proprio in quest'area del paese che si concentra la maggior parte degli investitori nella finanza digitale.
Ai rispondenti sono state poste delle domande riguardo alle abitudini e motivazioni di investimento, agli strumenti che vengono utilizzati, ai tipi di mercati che vengono preferiti e con quali criteri scelgono il proprio broker.
I risultati
Più della metà degli intervistati preferisce azioni, obbligazioni, criptovalute. Quasi la metà invece sostiene che nel 2024 ha investito più di quanto ha fatto nell'anno precedente, e che probabilmente nel 2025 utilizzerà ancora più risorse nella finanza digitale.
Anche se la motivazione principale dell'investimento resta chiaramente aumentare il proprio patrimonio (61%), essa viene seguita dalla volontà di proteggersi dall'inflazione (41,1%) o dal costruirsi un paracadute finanziario in caso di eventi imprevisti (36,5%). Tra le motivazioni c'è però anche l'intenzione di mettere da parte denaro per i propri figli (22%).
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