Ci sono alcuni dati riguardanti lo stato di salute dell'economia statunitense che passano in sordina, ma che evidenziano dei preoccupanti scricchiolii dell'economia più grande al mondo. In particolare, quelli sulle insolvenze relative alle carte di credito meritano attenzione.
I numeri riguardo alle insolvenze
Secondo un report pubblicato a fine anno dal Financial Times, le insolvenze su prestiti contratti con carta di credito hanno toccato negli Stati Uniti un livello che non si vedeva dalla crisi finanziaria del 2008. Nei primi nove mesi dello scorso anno, gli istituti di credito a stelle e strisce hanno cancellato ben 46 miliardi di dollari di prestiti. Lo hanno fatto perché c'era un ritardo così grave nei pagamenti da rendere improbabile la loro riscossione.
La cosa ancora più preoccupante è che questa cifra è superiore del 50% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tutto questo significa che le famiglie, soprattutto quelle a basso reddito, se la passano molto male perché fiaccate da anni di alta infezione.
La crisi dopo la pandemia
Nel momento in cui è finita la crisi pandemica, i consumatori statunitensi hanno avuto grande liquidità e sono stati invogliati a spenderla. Il terreno è diventato fertilissimo per gli emittenti di carte di credito, che hanno potuto sottoscrivere contratti con soggetti che parevano debitori abbastanza affidabili, visto che loro conti bancari erano pieni di liquidità. I saldi delle carte di credito sono cresciuti, arrivando spingere i debiti con le carte di credito oltre 1 miliardo a metà del 2023.
Inflazione e tassi di interesse
Ma poi c'è stata l'esplosione dell'inflazione ed il conseguente aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, a partire dal marzo 2022. L'incremento dei saldi delle carte e dei tassi di interesse ha lentamente strozzato le finanze di molti debitori.
Quando i soldi sui conti sono finiti, ha cominciato a crescere il numero dei mutuatari che lotta per ripagare i debiti contratti tramite carta di credito. Nonostante all'orizzonte ci siano ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Fed, le difficoltà di questi debitori continueranno ancora nel 2025, rendendo la situazione assai delicata.
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