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martedì 4 ottobre 2022

Affitti, la spesa per molte famiglie arriva alla metà del budget mensile

In base al rapporto Bankitalia sui bilanci dei nuclei familiari, la UIL (Unione Italiana del lavoro) ha calcolato che la spesa per affitti ha raggiunto il 19,9% del budget delle famiglie italiane, quelle che non possono permettersi una casa di proprietà. Secondo i calcoli della UIL, ogni anno queste famiglie devono pagare circa €6450, ossia 538 euro al mese (calcolo elaborato sui valori medi delle locazioni dell'Agenzia delle Entrate).

I dati sugli affitti

Il calcolo è stato fatto con riferimento a un appartamento mediamente di 100 metri quadri, che si trova in una zona semi centrale delle città capoluogo di provincia. E' chiaro tuttavia che, anche se il valore medio nazionale è pari a €538, l'ammontare degli affitti può variare in modo sensibile da città a città, e soprattutto in relazione alla collocazione geografica. Come vedremo, si parte così da affitti poco superiori ai €200, per arrivare in alcune zone anche a superare i 1400.

Sempre secondo i calcoli della UIL, le persone interessate da questa situazione sono circa 5,2 milioni, ossia il 20,5% delle famiglie italiane. Il problema del riguarda soprattutto le nuove famiglie, ossia i nuclei di recente costituzione, visto che quasi nella metà dei casi vivono in affitto. Un'altra fetta notevole, ossia il 40%, è invece costituita da giovani coppie che non hanno ancora figli.

Andamento degli affitti e zona geografia

Per quanto riguarda il costo medio degli affitti, la città più cara d'Italia è Roma. Nella Capitale si paga circa €1400 al mese, con una incidenza di circa la metà sul budget di una famiglia. Al secondo posto si colloca Milano, dove l'affitto costa in media €1358. Oltre i €900 si pagano anche a Bologna e Firenze, mentre la città meno cara Italia è Caltanissetta, in Sicilia, dove il costo medio di una locazione e di appena €218 al mese.

Affitti e bollette

Una fotografia del genere deve preoccupare soprattutto alla luce del rincaro delle bollette dell'energia. Tra affitti e bollette, alle famiglia resta praticamente solo quello che basta per fare la spesa, e in molti casi neppure quello.

martedì 20 agosto 2019

Affitti brevi, scatta la stretta da parte dell'Agenzia delle Entrate

Gli affitti brevi finiscono nel mirino del Fisco italiano, che mira così a smascherare coloro i quali non dichiarano i proventi derivanti dalla locazione a turisti "mordi e fuggi".

La guerra del fisco agli affitti non dichiarati

L'Agenzia delle entrate potrà avere infatti accesso alla banca dati tenuta dalla Polizia di Stato (Alloggiati Web), alla quale chi fitta un appartamento è tenuto a comunicare le generalità dell'ospite. Attualmente in questa banca dati sono registrati 200mila alloggi. Tramite questo nuovo strumento, il Fisco italiano potrà confrontare i dati delle dichiarazioni dei redditi con quelli presenti nella banca dati, evidenziando in tal modo le eventuali incongruenze.

Si tratta di una mossa piccola, rispetto al lavoro che c'è da fare per contrastare l'evasione da affitti. Basta solo pensare che la mole di annunci che si trovano su alcune piattaforme web per mettere in contatto locatario e cliente, è grande più di due volte rispetto alla banca dati della Polizia di Stato (circa 400 mila unità). Ma è comunque un passo importante, tenuto conto che le multe e le ammende che scattano per chi loca in "nero" può arrivare fino a 206 euro. L'unico adempimento da fare per evitare questa sanzione è dichiarare tutte le transazioni effettuate nell'arco di 12 mesi grazie a questa attività, pagando le relative imposte con il modello f24 (dato che alcuni portali per affitti non agiscono ancora come sostituto di imposta). In questo caso spetta al singolo operatore versare la quota del 21 per cento per la cedolare secca.

Le novità del decreto crescita

Con il Decreto Crescita (dl 34/2019, convertito con la legge 58/2019) è stata introdotta la creazione di una banca dati pubblica delle strutture ricettive e degli immobili presenti sul territorio nazionale destinati all’attività di locazione breve, inferiore ai 30 giorni, che saranno identificati da un codice alfanumerico. La banca dati nazionale devono però essere regolate con un decreto ministeriale che era atteso per fine luglio, ma è slittato.