Visualizzazione post con etichetta famiglie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta famiglie. Mostra tutti i post

domenica 28 aprile 2024

Prezzi sempre più alti, più della metà delle famiglie italiane è in difficoltà

La corsa dei prezzi nell'ultimo biennio è stata un vero macigno per le famiglie. Fortunatamente, la leggera frenata dell'inflazione degli ultimi mesi ha consentito in quasi tutta Europa la diminuzione del numero di famiglie in difficoltà. Tuttavia in Italia questo numero invece è aumentato.

Le famiglie sfiancate dalla corsa dei prezzi

Se in tutto il vecchio continente c'è stato un leggero miglioramento, per quanto riguarda il numero di nuclei familiari in difficoltà economica in Italia, la situazione si è mossa in controtendenza. Infatti la percentuale è cresciuta nel 41% al 45%

È quanto emerge dalla ricerca intitolata Behavior Change, condotta da CPS GfK, gruppo internazionale leader nelle ricerche di mercato.

Le conseguenze sulle abitudini

A causa di questi problemi, numerose famiglie italiane hanno cominciato a modificare le loro abitudini di consumo, per riuscire a far fronte all'aumento feroce dei prezzi. In particolare, le famiglie hanno cercato di ridefinire le loro priorità in modo da poter risparmiare sul superfluo

Molte famiglie stanno cercando inoltre di focalizzarsi sempre di più sulle promozioni o sugli sconti (lo fanno otto famiglie su dieci), e dallo stesso tempo cresce sempre di più l'orientamento verso i prodotti a marchio dei distributori.

Alcuni numeri

Dall'indagine emerge che il 68% degli italiani acquista ormai soltanto quello che è strettamente necessario, e più o meno la stessa percentuale guarda sempre al prezzo come fattore prioritario rispetto alla qualità del prodotto. Soltanto una persona su tre compra ciò che effettivamente gli piace, badando meno al costo.

Conclusioni

Dall'indagine che abbiamo appena esposto, emerge quindi che gli italiani stanno modificando le loro abitudini in relazione al contesto difficile. Nonostante rimanga forte un attaccamento al proprio stile di vita, si cerca di cambiare per affrontare le difficoltà.
Lo dimostra ad esempio una maggiore apertura degli italiani rispetto alla carne coltivata, e una forte propensione ad abbracciare stile alimentari che rinunciano agli zuccheri o che siano prodotti in modo più sostenibile per il pianeta.

mercoledì 29 marzo 2023

Prezzi, i rincari minano la sicurezza economica (e la tranquilllità) delle famiglie italiane

Nell'ultimo anno il costo della vita è aumentato a causa della crescita dei prezzi di beni e servizi, principalmente come conseguenza dei rincari energetici. Per questo motivo sempre più famiglie italiane ritengono di non avere un reddito sufficiente per affrontare le spese quotidiane della vita.

La reazione all'impennata dei prezzi

Dal momento che il reddito disponibile è rimasto sostanzialmente lo stesso, la forte crescita dei prezzi ha avuto come conseguenza una riduzione del potere d'acquisto delle famiglie.

Secondo un'indagine Nomisma, il 13% delle famiglie italiane crede di non essere più in grado di fronteggiare le sue necessità primarie. Con queste ultime si intendono tutte quelle spese che sono necessarie per la vita quotidiana: affitto, alimentazione, bollette, mutuo, ecc.

Una quota ancora maggiore, pari al 43%, ritiene che il proprio reddito sia a malapena sufficientemente per coprire tali spese.
Combinando i due dati precedenti, risulta evidente che una larghissima fetta della popolazione vive una situazione di incertezza e di stress economico.

I tagli alle spese superflue

La grande mazzata sulle famiglie italiane è arrivata dalla corsa al rialzo delle bollette energetiche. Circa una famiglia su sei ha dichiarato che il rincaro dei prezzi dell'energia li ha messi in grande difficoltà. Il 4% ha accumulato ritardi nei pagamenti, il 39% ha dovuto effettuare dei tagli ai propri spese basilari e il 24% delle famiglie intervistate ritiene che anche nei prossimi mesi avrà delle difficoltà a sostenere le proprie spese primarie.

Le fasce più esposte

È chiaro che esistono diversi gradi di vulnerabilità di fronte a questo problema. Le famiglie più esposte sono quelle che hanno una sola fonte di reddito e che non hanno una casa di proprietà, e quindi devono destinare una grossa fetta del loro reddito a pagare un affitto. 

Analogamente, sono più esposte le famiglie più giovani, quelle numerose con figli piccoli e quelle che si prendono cura di persone non autosufficienti. Peggio ancora le cosiddette famiglie "sandwich", ossia quei nuclei che devono assolvere al doppio compito di cura dei figli e di persone non autosufficienti.

lunedì 5 dicembre 2022

Consumi, gli italiani scelgono sempre di più il discount

L'ultima indagine di Nielsen IQ conferma una tendenza che si sta affermando sempre di più. Per i loro consumi gli italiani scelgono prevalentemente le catene di discount.

Indagine Nielsen sui consumi

Nei mesi autunnali il fatturato dei discount ha conosciuto una crescita del 11%. Si tratta di un incremento decisamente superiore rispetto a quello registrato dalle altre tipologie di punti vendita. I supermercati si fermano Infatti al 9,9%, mentre i drugstore specializzati per i prodotti per casa e persona superano appena il 10%.

In base ai dati forniti da Gfk emerge che i discount vengono frequentati dall'85% delle famiglie italiane. Parliamo di una crescita progressiva avvenuta negli ultimi anni, a partire dal 2018, quando tale percentuale si fermava al 79%.

Forse può interessare: la spending review messa in atto dagli italiani.

Non servono le promo

Un aspetto che merita una riflessione profonda riguarda le promozioni. Per attirare i consumi i discount ne hanno bisogno molto meno dei loro concorrenti.
Se si fa il confronto con gli altri punti vendita, emerge infatti che gli sconti sono stati pari al 13,6% nel periodo settembre/ottobre, mentre la media complessiva è addirittura del 22,6%.

I target

Il successo del discount attraversa le intere categorie di target. I consumi in questo tipo di negozio vengono scelti sia dalle famiglie numerose, sia dei single appassionati di cucina, sia delle donne che dagli uomini. Anche i giovani che amano sperimentare in cucina, così come gli Urban taster.

Le ragioni del successo

Alla base di questo vero e proprio boom dei discount ci sono innanzitutto i prezzi molto competitivi. Ma questa è stata sempre una caratteristica di discount.
Ciò che ha attirato ancora di più i consumi è l'evoluzione dell'assortimento, che nel corso del tempo è passato da brand per lo più anonimi a marche affermate e prodotti di nicchia, che sono difficili da reperire.
Un'altra chiave del successo sono state le campagne pubblicitarie. I discount hanno investito molto nella comunicazione sia sui canali tradizionali, che su quelli più moderni ottenendo un grosso ritorno.

martedì 4 ottobre 2022

Affitti, la spesa per molte famiglie arriva alla metà del budget mensile

In base al rapporto Bankitalia sui bilanci dei nuclei familiari, la UIL (Unione Italiana del lavoro) ha calcolato che la spesa per affitti ha raggiunto il 19,9% del budget delle famiglie italiane, quelle che non possono permettersi una casa di proprietà. Secondo i calcoli della UIL, ogni anno queste famiglie devono pagare circa €6450, ossia 538 euro al mese (calcolo elaborato sui valori medi delle locazioni dell'Agenzia delle Entrate).

I dati sugli affitti

Il calcolo è stato fatto con riferimento a un appartamento mediamente di 100 metri quadri, che si trova in una zona semi centrale delle città capoluogo di provincia. E' chiaro tuttavia che, anche se il valore medio nazionale è pari a €538, l'ammontare degli affitti può variare in modo sensibile da città a città, e soprattutto in relazione alla collocazione geografica. Come vedremo, si parte così da affitti poco superiori ai €200, per arrivare in alcune zone anche a superare i 1400.

Sempre secondo i calcoli della UIL, le persone interessate da questa situazione sono circa 5,2 milioni, ossia il 20,5% delle famiglie italiane. Il problema del riguarda soprattutto le nuove famiglie, ossia i nuclei di recente costituzione, visto che quasi nella metà dei casi vivono in affitto. Un'altra fetta notevole, ossia il 40%, è invece costituita da giovani coppie che non hanno ancora figli.

Andamento degli affitti e zona geografia

Per quanto riguarda il costo medio degli affitti, la città più cara d'Italia è Roma. Nella Capitale si paga circa €1400 al mese, con una incidenza di circa la metà sul budget di una famiglia. Al secondo posto si colloca Milano, dove l'affitto costa in media €1358. Oltre i €900 si pagano anche a Bologna e Firenze, mentre la città meno cara Italia è Caltanissetta, in Sicilia, dove il costo medio di una locazione e di appena €218 al mese.

Affitti e bollette

Una fotografia del genere deve preoccupare soprattutto alla luce del rincaro delle bollette dell'energia. Tra affitti e bollette, alle famiglia resta praticamente solo quello che basta per fare la spesa, e in molti casi neppure quello.

mercoledì 8 luglio 2020

Reddito disponibile, Bankitalia avverte: calo per oltre la metà delle famiglie a causa del Covid

Un'indagine condotta dalla Banca d'Italia evidenzia il brusco contraccolpo subito dalle famiglie italiane per colpa del Covid. Emerge infatti che più della metà della popolazione ha patito una riduzione del reddito disponibile, anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti.

Il contraccolpo sul reddito disponibile

La ISF (indagine straordinaria sulle famiglie italiane) è stata condotta durante il periodo aprile-maggio, ed è servita a per raccogliere informazioni sulla situazione economica e sulle aspettative delle famiglie durante la pandemia.
Più di un terzo degli intervistati ammette di avere disponibilità tali da reggere ancora circa un trimestre, coprendo spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate. In pratica è lo stesso periodo di durata dal lockdown.

Ma il numero di individui in questa condizione aumenta se si prende in considerazione i disoccupati e i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Inoltre quasi un quinto dei quest'ultima categoria, ha contemporaneamente subito una riduzione di oltre il 50% del reddito disponibile familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria.

Dramma per i lavoratori indipendenti

Tuttavia, la categoria che ha subito la contrazione più pesante del reddito disponibile è quella dei lavoratori indipendenti. Quasi l’80% di essi ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare (può interessare: professionisti e aiuti Covid, polemiche sui bonus).

Mutui e vacanze

Una situazione particolarmente critica riguarda coloro che devono pagare un mutuo. Circa il 40% dichiara infatti di avere difficoltà nel sostenere le rate. La percentuale diventa più alta se si considera il Centro e il Mezzogiorno. Infine, l'impatto del covid sul reddito familiare disponibile si sentirà sulle vacanze. Quasi un terzo della famiglie vi rinuncerà, malgrado il Bonus vacanze, e il 60% ritiene comunque che le spese a tale scopo saranno ridotte anche una volta usciti dalla crisi.

mercoledì 13 novembre 2019

Consumi delle famiglie, siamo ancora sotto il livello pre-crisi

Dallo scoppio della crisi più di un decennio fa, i consumi delle famiglie italiane hanno subito una forte battuta di arresto. Sono infatti calati di 21,5 miliardi di euro, come riporta una indagine dell'ufficio studi della CGIA.

L'andamento dei consumi

Lo scorso anno la spesa dei nuclei familiari italiani è stata leggermente superiore ai 1000 miliardi, ed anche se continua a rappresentare la componente maggiore del PIL (60,3%), è in calo rispetto al 2007, l'ultimo anno pre-crisi. I consumi hanno avvertito l'effetto crisi soprattutto nel Meridione, dove il taglio della spesa media per famiglia è stato di 131 euro al mese (1572 annui). Quasi il doppio del taglio ai consumi avvenuto al Nord (78 euro mensili, 936 euro all’anno), e inoltre il quadruplo del Centro (31 euro mensili, 372 euro all’anno).

Il taglio ai consumi, sebbene sia stato trasversale, ha colpito alcune categorie di beni in misura maggiore rispetto ad altre. L'analisi della CGIA infatti evidenzia una contrazione più forte per l’acquisto dei beni (-10,3%), con picchi per quelli non durevoli (-13,6%) come i prodotti per la cura della persona, i medicinali, ecc. Il calo invece ha riguardato in misura inferiore i beni durevoli (-4,5%) come auto, elettrodomestici, ecc. I servizi invece hanno avuto un incremento del 7%, e in questo ambito si sono distinte le spese per le telecomunicazioni (cellulari, tablet e servizi telefonici, etc.) che hanno segnato +20,1% nel periodo 2007-2018.

Gli effetti sul mondo produttivo

Il calo dei consumi ha chiaramente avuto effetti pesanti sul mondo produttivo. In special modo la platea delle imprese artigiane e del piccolo commercio - che faticano più di altri a lasciarsi alle spalle la crisi - è scesa notevolmente, perdendo il 12,1% delle unità. Lo stock dei piccoli negozi è sceso del 3,8%.

Complessivamente la crisi ha favorito la grande distribuzione, dove le vendite al dettaglio sono salite del 6,4%, mentre nei negozi di vicinato sono crollate del 14,5%. Questo trend è proseguito anche nei primi 9 mesi del 2019: mentre nei supermercati, nei discount e nei grandi magazzini le vendite sono aumentate dell’1,2%, nelle botteghe e nei negozi sotto casa la contrazione è stata dello 0,5%. Questo spiega perché abbiamo perso più di quasi 200 mila negozi di vicinato in 10 anni.

giovedì 25 luglio 2019

Reddito di cittadinanza, ecco i dati: il 38% dei beneficiari è single

Il reddito di cittadinanza (e la pensione di cittadinanza) è un beneficio concesso finora a 2,2 milioni di persone, facenti parte di uno dei 905mila nuclei familiari che hanno visto accogliere la loro domanda (su 1,4 milioni di domande presentate).

I dati sul reddito di cittadinanza

E’ quello che emerge dal nuovo osservatorio statistico diffuso dall’Inps, il primo che fotografa il passaggio dal Reddito di inclusione a quello di cittadinanza. All'interno del concetto di nucleo, tuttavia, sono i single ad essere il più alto numero di beneficiari. Rappresentano infatti il 38% del totale, ovvero 345mila riceventi. Leggermente indietro sono invece le famiglie che hanno dei minori, il 36% pari a 328mila unità. I nuclei familiari con disabili invece sono il 21%, ovvero 192mila. 

A livello di importi, quelli maggiori spettano ai nuclei familiari con minori. In media infatti ricevono 589 euro, contro i 387 dei single e i 430 dei nuclei senza minori. Nel primo trimestre di erogazione, l'importo medio complessivo mensile è stato pari a 489 euro, ovvero 526 euro per il reddito e 207 per la pensione di cittadinanza. Soltanto l'1% dei nucli familiari percepisce più di 1.200 euro, mentre il 68% non supera i 600 euro.

La maggior parte va al Sud

Per quanto riguarda la collocazione geografica dei riceventi, la maggior parte si concentra al Sud e nelle Isole, ben il 61% del totale delle prestazioni erogate. Al Nord c'è il 24% dei beneficiari, mentre al centro solo il 15%. La Campania è la regione col maggior numero di nuclei percettori, seguita da Sicilia e Lazio. Circa invece la nazionalità dei beneficiari, visti i paletti previsti dalla normativa sul reddito di cittadinanza, nel 90% dei casi il beneficiario è un italiano, nel 6% è un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 3% a un cittadino europeo ed infine nell’1% a familiari dei casi precedenti.

martedì 29 maggio 2018

Economia italiana, crolla la fiducia di famiglie e imprese

La situazione politica sta facendo sentire i suoi effetti sul clima di fiducia che si respira nel paese. In special modo riguardo all'economia italiana. Secondo le ultime rilevazioni dell'Istat infatti a maggio c'è stato un deciso calo dell'indice che misura il sentiment dei consumatori. Un dato che peraltro interrompe un trend positivo che si era registrato nei primi mesi del 2018. Il report dice che il valore dell'indice di fiducia dei consumatori è arrivato a 113,7 dal precedente valore di 116,9. Si tratta del valore più basso registrato dallo scorso mese di settembre (quando era 111,3).

La fiducia nell'economia italiana

E' palese che la spallata maggiore alle aspettative degli italiani l'abbia data la grave turbolenza che c'è sul fronte politico. Era del resto inevitabile, in tale contesto, che l'apprensione di famiglie ed imprese sarebbe peggiorata. Inoltre questo fattore, che ha già inciso sulla percezione futura, di certo peserà sull'andamento dell'economia italiana dei prossimi mesi. Ricordiamo peraltro che sull'economia italiana pesa la minaccia degli aumenti dell'IVA. Se non si riuscirà a sterilizzare le clausole di salvaguardia, questi aumenti avverranno a partire dal 2019, generando un aggravio di circa 795 euro annui a famiglia.

I dati dell'Istat

Esaminando i dati, si vede che gli italiani hanno una percezione a differente intensità a seconda che si parli di situazioni individuali oppure generalizzate del paese. Riguardo al 'clima personale' (individuale o familiare) gli indicatori arretrano ma non di molto. Se invece si passa a esprimere un parere circa la situazione dell'economia Italiana, allora il calo dell'entusiasmo è massiccio. Si passa infatti da 141,8 a 132,6 mentre quello futuro passa da 121,1 a 116,5.

L'Istituto di statistica inoltre registra un calo anche per la fiducia delle imprese. Passa infatti da 105,0 a 104,7 punti. Sono soprattutto due i settori colpiti da questo incupimento: quello delle costruzioni (da 135,2 a 134,1) e quello dei servizi (da 106,4 a 106,0). Restano invece invariati il clima di fiducia nella manifattura (a quota 107,7) mentre aumenta nel commercio al dettaglio (da 97,6 a 99,8).