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lunedì 29 novembre 2021

Imprese PMI a caccia di competenze digitali, ma più della metà non riesce a trovarle

Malgrado l'impatto violentissimo della pandemia, le piccole e medie imprese italiane hanno cercato comunque di crescere, mettendo le persone al centro dei loro progetti.
Infatti nonostante le incertezze legate al clima pandemico, il 90% delle PMI continua la sua opera di scouting. Si va a caccia di competenze, e la direttrice fondamentale di questo percorso è la digitalizzazione, sia in ambito produttivo che nelle relazioni con i clienti.

Cosa cercano le imprese

Tuttavia, i progretti e i piani delle piccole e medie imprese si scontrano con una dura realtà. Trovare le competenze qualificate non è affatto semplice.

E così, se in base a una indagine di Market Watch PMI di Banca Ifis, emerge che l'83% del campione (500 aziende) cerca nuovo personale con competenze tech, neppure la metà riesce poi a trovarle.
Secondo questo report esiste quindi un divario tra la domanda e l'offerta di competenze, visto che il 58% delle imprese non trova il personale ricercato.

Un problema da risolvere

Si tratta di un problema di non poco conto, visto che l'orientamento alla digitalizzazione è un trend che va avanti già da qualche anno, e sicuramente si confermerà anche nei prossimi due anni.
La richiesta di conoscenze specifiche infatti continuerà, indirizzandosi non solo verso le figure esperte di tecniche produttive (42%), ma anche verso profili digitali e 4.0 (entrambe al 39%).
Ai candidati sono tuttavia richieste soft skill trasversali come: saper lavorare in team, essere flessibili, risolvere problemi.

Il ruolo del passaparola

Sul problema potrebbe incidere anche il modo in cui le imprese cercano personale. Infatti quasi la metà (48%) punta sul passaparola e sulle relazioni territoriali per trovare le persone giuste. Stupisce invece che sono ancora pochissime - appena il 14% - quelle che attivano collaborazioni con Università e Istituti Tecnici Superiori. Ancora meno (6%) quelle che si rivolgono ai centri per l’impiego.

lunedì 14 ottobre 2019

Retribuzioni globali ferme al palo, colpa del disallineamento delle competenze

Nonostante il calo diffuso della disoccupazione a livello globale, le retribuzioni non sono affatto aumentate. Il livello dei salari infatti sta vivendo una fase di stagnazione, come ha evidenziato un recente rapporto del di Hays in collaborazione con Oxford Economics.

Retribuzione e competenze

Per realizzare questa fotografia del mercato, sono stati presi in esame i mercati del lavoro di 34 economie a livello mondiale (Italia compresa). Di esse è stata fatta una analisi riguardante macro trend, sfide e opportunità per professionisti e aziende. Ebbene, emerge che il grosso problema del mercato del lavoro globale è il disallineamento tra competenze richieste e disponibili, con conseguente calo della partecipazione al mercato del lavoro. E' proprio questo che frena la crescita delle retribuzioni.

L’indicatore del gap di competenze è infatti salito a 6,7 punti nel 2019, contro i 6,6 del 2018. Si tratta del valore maggiore registrato dal 2012, quando venne pubblicato per la prima volta il Global Skills Index. Il rapido sviluppo tecnologico comporta che i datori di lavoro faticano sempre di più a trovare professionisti adeguatamente qualificati da inserire in organico. Questa discrepanza tra ricerca e offerta finisce per ampliare il divario tra i lavori altamente qualificati e quelli poco qualificati (soprattutto nella regione dell’Asia Pacifica).

Leggi anche: Imprese italiane sempre più a caccia di profili Stem hi-tech.

L'importanza della formazione

L’attuale stallo delle retribuzioni dimomostra che gli alti livelli di occupazione non sono più legati all’aumento delle retribuzioni, bensì derivano da cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro. Per questo motivo bisognerebbe investire nella formazione a lungo termine, riducendo anche la sottoccupazione – ovvero l’impossibilità per i lavoratori che lo desidererebbero di essere impiegati a tempo pieno – tramite l’allocazione strategica delle risorse e fornire ai dipendenti gli strumenti utili per avere successo anche in condizioni lavorative mutevoli.