Malgrado l'impatto violentissimo della pandemia, le piccole e medie imprese italiane hanno cercato comunque di crescere, mettendo le persone al centro dei loro progetti.
Infatti nonostante le incertezze legate al clima pandemico, il 90% delle PMI continua la sua opera di scouting. Si va a caccia di competenze, e la direttrice fondamentale di questo percorso è la digitalizzazione, sia in ambito produttivo che nelle relazioni con i clienti.
Cosa cercano le imprese
Tuttavia, i progretti e i piani delle piccole e medie imprese si scontrano con una dura realtà. Trovare le competenze qualificate non è affatto semplice.E così, se in base a una indagine di Market Watch PMI di Banca Ifis, emerge che l'83% del campione (500 aziende) cerca nuovo personale con competenze tech, neppure la metà riesce poi a trovarle.
Secondo questo report esiste quindi un divario tra la domanda e l'offerta di competenze, visto che il 58% delle imprese non trova il personale ricercato.
Un problema da risolvere
Si tratta di un problema di non poco conto, visto che l'orientamento alla digitalizzazione è un trend che va avanti già da qualche anno, e sicuramente si confermerà anche nei prossimi due anni.
La richiesta di conoscenze specifiche infatti continuerà, indirizzandosi non solo verso le figure esperte di tecniche produttive (42%), ma anche verso profili digitali e 4.0 (entrambe al 39%).
Ai candidati sono tuttavia richieste soft skill trasversali come: saper lavorare in team, essere flessibili, risolvere problemi.
Il ruolo del passaparola
Sul problema potrebbe incidere anche il modo in cui le imprese cercano personale. Infatti quasi la metà (48%) punta sul passaparola e sulle relazioni territoriali per trovare le persone giuste. Stupisce invece che sono ancora pochissime - appena il 14% - quelle che attivano collaborazioni con Università e Istituti Tecnici Superiori. Ancora meno (6%) quelle che si rivolgono ai centri per l’impiego.
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