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martedì 20 febbraio 2024

Banche, continua la desertificazione di filiali nei comuni italiani

Il trend decrescente del numero di filiali sparse sul territorio italiano continua, tanto che ci sono migliaia di comuni che ormai sono rimasti senza banche. Con inevitabili conseguenze per i cittadini e le piccole e medie imprese, soprattutto artigiane.

Come cambia il rapporto tra territorio e banche

Stiamo viaggiando sempre più in una direzione nella quale le banche sono prevalentemente virtuali e molto meno fisiche. Ma questo penalizza In primo luogo i piccoli comuni, dove per ragioni di costo diventa sempre meno conveniente avere un presidio territoriale. 

Nel solo anno 2023 sono state chiuse 823 filiali, che sommate alle 677 dell'anno precedente, portano il totale di chiusure in un biennio a oltre 1.500 sportelli. A livello geografico significa più o meno che un quarto del nostro territorio è stato abbandonato dalle banche.

Un danno per comuni e persone

Il numero di comuni che non ha più una presenza bancaria nel suo territorio è salito 3.300. Questo vuol dire che oltre 4,3 milioni di persone non possono accedere ai servizi bancari nel luogo di residenza.

Sotto questo aspetto la maglia nera va a tre regioni: Marche, Abruzzo e Lombardia, dove c'è stata la flessione maggiore. Peraltro la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, visto che sei milioni di persone vivono in comuni dove c'è soltanto uno sportello bancario. I prossimi a rimanere senza una filiale saranno quindi loro.

Inutile dire che l'assenza di banche sul territorio crea un danno enorme soprattutto alle persone più fragili, in primo luogo gli anziani, le cui competenze digitali sono comprensibilmente povere. Ma per lo stesso motivo, un danno analogo ce l'hanno anche le persone con un basso livello di istruzione.

La controtendenza statunitense

Va evidenziato che una dinamica di segno opposto si sta registrando negli Stati Uniti. Colossi del settore bancario come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali sparse sul territorio, e programmano di continuare a farlo anche nei prossimi anni.
Questo dimostra quanto sia importante la presenza sul territorio delle banche, sia ai loro bilanci ma anche alla società stessa.

martedì 13 dicembre 2016

Lavoro: il nuovo piano Unicredit porterà al taglio di 6500 lavoratori

Unicredit ha varato il nuovo piano di aumento di capitale, ma al tempo stesso procederà a una riorganizzazione che comporterà il taglio di 6500 dipendenti. E' questa la decisione assunta dal Consiglio di amministrazione, il cui piano sarà adesso sottoposto all'approvazione dell'assemblea il prossimo 12 gennaio.

Il piano Unicredit e le ripercussioni sul lavoro

L'aumento di capitale avverrà per 13 milioni e dovrebbe completarsi nel primo trimestre 2017. La ricapitalizzazione sarà interamente garantita da un consorzio di "primarie banche internazionali". Queste ultime sottoscriveranno quelle azioni che eventualmente non verranno sottoscritte durante l'asta dei diritti inoptati. Verranno inoltre raggruppate le azioni ordinarie e di risparmio.

Dolenti note arrivano però dal piano di riorganizzazione interno. Infatti sono previsti altri 6.500 esuberi da eliminare entro il 2019. I tagli complessivi alla fine diventeranno quindi 14 mila unità, e questo produrrà un risparmio di 1,1 miliardi. Soltanto sul territorio italiani, verrebbe eliminato il 21% della forza lavoro e saranno chiuse 800 filiali.
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Altri sostanziosi introiti arriveranno dalle cessioni di Pekao e Pioneer, oltre alla vendita già finalizzata dell'Ucraina e della partecipazione del 30% in Fineco. L'amministratore delegato Jean-Pierre Mustier ha commentato così: "Questo piano pragmatico è basato su presupposti prudenti ed ha obiettivi concreti e raggiungibili. Stiamo attuando misure decise per gestire i problemi, ereditati dal passato, dei crediti deteriorati lordi (Npe)". A tal proposito, Unicredit ha stipulato due intese (con Fortress e Pimco) per trasferire crediti non performanti per 17,7 miliardi in una nuova e indipendente entità, nella quale Unicredit avrà una quota di minoranza.