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mercoledì 27 novembre 2019

Investitori di nuovo con i fari accesi sull'indice Ftse Star

L'indice Ftse Italia Star, ovvero quello che è dedicato alle mid e small cap (capitalizzazione sotto il miliardo di euro), torna ad essere al centro dell'attenzione degli investitori. Il motivo è la sua performance recente.

Gli investitori e le performance dell'indice

investitoriNelle ultime settimane infatti, questo indice di Borsa è tornato a evidenziare una caratteristica molto apprezzata dagli investitori, e già vista negli ultimi anni, ovvero il fatto di performare meglio rispetto al più blasonato Ftse Mib. Negli ultimi 5 anni, infatti, il Ftse Star ha surclassato il Ftse Mib. Il primo ha realizzato una crescita del 115% (ma non adotteremmo mai una una strategia scalping su di esso), mentre il secondo si è fermato a +19,8%.

Questo - tra le altre cose - per via della minore dipendenza dalle banche, vere "ballerine" dei listini. Se fino a poche settimane fa il Ftse Italia Star aveva faticato a tenere il ritmo del Ftse Mib, probabilmente anche per le restrizioni introdotte agli investimenti sui PIR (Piani Individuali di Risparmio a lungo termine), di recente invece c'è stata l'accelerata.

La normativa sui PIR

L'ultimo slancio è arrivato proprio in relazione alle novità normative sui Piani Individuali di Risparmio a lungo termine. Per quelli costituiti dal 1 gennaio 2020, ci sarà l’obbligo di investire il 5% del 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati. Un vero assist per il Ftse Italia Star e per gli investitori che lo apprezzano. Tant'è che l’indice salito di oltre il 3% nelle ultime 48 ore, in area 39.700 punti e in prossimità del massimo storico.

Peraltro ci sono alcuni titoli di questo paniere che hanno già avuto un bel botto. Da inizio anno ad esempio Eurotech e Digital Bros sono arrivate a registrare +200% Ytd. Sul primo inoltre l'indicatore Parabolic Sar trading system è ancora fortemente rialzista.

venerdì 6 aprile 2018

Mercato petrolifero, che cosa succederà nei prossimi mesi?

Nel corso del primo trimestre il 2018, il mercato petrolifero e quello azionario hanno vissuto un andamento convergente. Le quotazioni dell'oro nero hanno infatti ricalcato quello dei corsi azionari. Ma questo andamento proseguirà? Da quello che appare osservando i mercati, sembra che i rischi siano abbastanza bilanciati, malgrado il petrolio abbia dovuto contenere il recupero delle quotazioni rispetto al mercato azionario (dove l'indicatore Parabolic Sar trading system). Questo per via di una certa debolezza dei suoi fondamentali.

Le prospettive del mercato petrolifero

Non è infatti un mistero che siano state riviste diverse volte al rialzo le stime riguardo la crescita dell'offerta non Opec. Inoltre al momento le previsioni sono abbastanza concordi ritenere che gli Stati Uniti diventeranno i maggiori produttori al mondo di petrolio entro la fine del 2018, superando la soglia di 11 milioni di barili al giorno prodotti. È chiaro che se questa previsione dovesse concretizzarsi, sarebbe un duro colpo per l'Opec che sta portando avanti programma di tagli proprio per mantenere il mercato petrolifero in equilibrio. Se andiamo a studiare gli ultimi report EIA riguardanti il mese di marzo, viene evidenziato il ritorno al surplus nel 2018. Tale eccesso di offerta dovrebbe inoltre essere confermato anche nel 2019.

Per questo motivo diversi analisti ritengono che il Brent potrà viaggiare in orbita 65 dollari al barile nella seconda parte di quest'anno. Il motivo è che anche se i fondamentali esercitano una pressione al ribasso sulle quotazioni, la forte domanda finanziaria per investimenti in commodity bilancia questo aspetto. Chi fa trading online bonus senza deposito è quindi avvertito. Nel 2019 invece la domanda di petrolio dovrebbe crescere in misura maggiore rispetto all'offerta non Opec. Questo potrebbe spegne il prezzo verso l'orbita 70 dollari, mentre rimarrà invece ampio lo spread tra il Brant il petrolio WTI, su una media di 4 dollari.