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mercoledì 7 agosto 2024

Consumi di olio d'oliva, il picco estivo sarà minore a causa dei prezzi

Generalmente il periodo estivo si accompagna ad un incremento dei consumi di olio extravergine di oliva, perchè che viene utilizzato come condimento per insalate e verdure fresche che sono un must alimentari di questo periodo. Ma stavolta potrebbe accadere diversamente.

L'impatto dei prezzi sui consumi

Sappiamo che l'olio extravergine di oliva è un elemento essenziale della dieta mediterranea. Per questo motivo, anche per il forte afflusso di turisti, l'utilizzo dovrebbe giungere al picco massimo annuale durante questa stagione estiva. 

Eppure le previsioni dicono che rimarremo da consumi distanti rispetto a quelli degli anni passati. La ragione di questo scenario è da cercare nel forte incremento del prezzo dell'olio extravergine di oliva, che indurrà i consumatori ad un utilizzo più parsimonioso di questo condimento.

I dati sull'aumento del prezzo

Secondo i dati diffusi da Eurostat il prezzo dell'olio extravergine di oliva dell'Unione Europea era cresciuto del 50% tra gennaio 2023 e gennaio 2024. Facendo riferimento soltanto ai prezzi in Italia, l'incremento è solo leggermente Inferiore.

Il fattore climatico

Ma a cosa è dovuto l'incremento del prezzo che finisce per ridurre i consumi? Un fattore importante sono i cambiamenti climatici che hanno portato ad una riduzione dei raccolti di olive, e di conseguenza un abbassamento dei volumi di produzione di olio extravergine in tutta l'area mediterranea (Spagna, Grecia, Turchia, Nord Africa e Italia sono i maggiori produttori).

Il caso più eclatante è quello della Spagna, che da sola copre il 63% dell'intera produzione Europea, grazie soprattutto al territorio dell'Andalusia. Proprio in quest'area c'è stata una forte riduzione produttiva. A questo si aggiungono anche altri fenomeni, come la diffusione di patogeni alieni come la Xylella fastidiosa, che ha colpito soprattutto vaste area dell'Italia meridionale.

I costi di produzione

La combinazione di una produzione ridotta e i costi elevati per ottenere un litro di olio EVO (servono circa cinque sette chili di olive) ha spinto verso l'alto il prezzo della bottiglia. Chiaramente ci riferiamo a prodotti di qualità, ed in questo senso l'olio prodotto in Italia ha caratteristiche organolettiche assolutamente uniche.

giovedì 3 ottobre 2019

Produzione di olio, l'Italia riparte alla grande dopo un 2018 horribilis

Dopo aver vissuto un anno terribile, il 2018, la produzione di olio italiano è avviata a una forte ripresa nel corso di quest'anno e del prossimo. A dirlo sono gli osservatori del mercato: Cia-agricoltori, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo).

La ripresa della produzione in Italia

Secondo i principali attori del mercati, la crescita della produzione italiana potrebbe arrivare fino dell’89%. Ed anche se non basterà a compensare il calo dell’annus horribilis 2018, comunque ci andrà vicina. Il calo dello scorso anno dovrebbe infatti essere assorbito per l'80%. A livello numerico, la produzione italiana dovrebbe raggiungere le 330 mila tonnellate di olio, quasi il doppio di quella dello scorso anno. Tuttavia siamo ancora molto lontani dal valore di 428 mila tonnellate, che si registrava appena 2 anni fa (una delle migliori annate del decennio).

Se lo scorso anno il clima era stato l'artefice del calo della produzione, stavolta ha favorito lo sviluppo dell’olivo. La combinazione di caldo estivo e bassa umidità hanno infatti evitato gli attacchi della mosca olearia. Inoltre secondi Cia, la qualità dell’olio extravergine d’oliva sarà assolutamente eccellente.

La Puglia fa da traino

A livello geografico, il recupero di produzione si sentirà soprattutto in Puglia, malgrado il grosso problema della Xylella che avanza. La stima fatta da Cia-agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo, parla di un incremento del 175% rispetto allo scorso anno. A guidare la ripresa sono i territori olivicoli delle province di Bari, Barletta-Andria-Trani (Bat) e Foggia, ovvero le arre maggiormente colpite dalla gelata nel febbraio 2018.

Quello che accadrà in Puglia peraltro è molto importante anche a livello nazionale, dal momento che la Borsa merci di Bari ha un ruolo guida nella formazione di quelli dell’olio a livello nazionale.