sabato 2 giugno 2018

Finanziamenti all'agricoltura, la UE taglia 2,7 miliardi all'Italia

La bozza di riforma della Politica Agricola Europea prevede un taglio dei fondi per l'agricoltura italiana. Riceveremo 2,7 miliardi in meno nel periodo 2021-2027. La presentazione del nuovo piano da parte della Commissione Europea è stata fatta ieri a Bruxelles. Il nuovo piano tiene conto dell'uscita della Gran Bretagna dalla UE, che ha richiesto un ricalcolo dei contributi.

I nuovi finanziamenti all'agricoltura

Scenderà quindi il budget complessivo a disposizione dei Paesi membri, che sarà di 365 miliardi di euro (-5% rispetto a quelli previsti per il periodo 2014-2020). L'Italia è destinataria di 36,3 miliardi, ovvero il 6,9% in meno di quanto calcolato in precedenza. Di questa cifra, la maggior parte (24,9) verrà erogata sotto forma di pagamenti diretti (che scenderanno di 1,9 miliardi), un'altra quota andrà allo sviluppo rurale (8,9 miliardi) mentre in piccola parte (2,5 miliardi) sarà destinata alle misure di mercato.

Malgrado i tagli, l'Italia rimarrà il quarto paese europeo per finanziamenti ottenuti. Più di noi ricevono soltanto Francia (62,3 miliardi), Spagna (43,7) e Germania (quasi 41 miliardi).
In base a questa nuova riforma di PAC, gli Stati membri potranno godere di maggiori spazi di libertà per utilizzare i fondi assegnati. In questo modo potranno elaborare dei programmi mirati in relazione alle proprie specifiche esigenze. Inoltre sarà possibile trasferire fino al 15% dei fondi Pac dai pagamenti diretti allo sviluppo rurale e viceversa, in modo tale da poter agire in maniera più efficace in base alle proprie specifiche priorità. Sarà tuttavia necessario definire dei piani strategici per l’intero periodo, piano che saranno oggetto di valutazione da parte della Commissione, che monitorerà anche i risultati ottenuti.

Dal momento che i tagli al plafond complessivo rischiano di penalizzare soprattutto le realtà imprenditoriali più piccole, Bruxelles ha proposto di mettere un tetto agli aiuti a 100mila euro, con riduzioni progressive che cominciano da 60mila euro e l'obbligo per i Paesi di usare le risorse risparmiate per indirizzarle alle aziende di taglia più piccola.

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