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martedì 19 novembre 2019

Settore agricolo, il maltempo potrebbe causare 500 milioni di danni

L'allerta maltempo continua a persistere su molte regioni italiane, ed è cominciata la conta dei danni per il settore agricolo. Secondo Confagricoltura, se il maltempo dovesse ancora continuare i danni potrebbero superare i 500 milioni di euro, soltanto per il primario.

Danni al settore agricolo

La mappa dei danni causati dal maltempo al settore agricolo è drammatica, rendendo ancora una volta evidente la fragilità di un territorio che ha bisogno non soltanto di misure di emergenza, ma soprattutto di misure di prevenzione.

La situazione al Nord

Nel Nord la situazione è assai complessa. In Piemonte la prima neve caduta sulle piante ancora con fogliame verde, ha danneggiato gli alberi di nocciolo e castagno. Il maltempo ha reso complicato la raccolta di mais, soia, riso; danni derivano anche dalla mancate o ritardate semina dei cereali. In Trentino Alto Adige sia la neve che le piogge hanno reso molti terreni inaccessibili ai trattori, rendendo così impossibile la raccolta delle mele tardive. Problemi notevoli anche per le stalle. In provincia di Bolzano ci sono Masi isolati da mercoledì scorso, senza energia elettrica e impossibilitati ad effettuare la consegna del latte che viene irrimediabilmente perso. Danni al settore agricolo anche in Liguria, Toscana (in particolare in Maremma) ed Emilia Romagna.

La situazione al centro Sud

Ma il maltempo sta flagellando l'intero stivale, generando danni al settore agricolo anche al Sud. Nel Lazio bombe d’acqua, trombe d’aria e vento forte hanno compromesso le semine già effettuate. In Campania danni alle coltivazioni ortive in piano campo e la fienagione, in particolare nel Basso Volturno e il Casertano. In Puglia l’olivicoltura ha subito danni rilevanti per le raffiche di vento, con perdite di olive in raccolta e anche problemi per le nuove piante anti-Xylella. Anche in Basilicata è stato chiesto lo stato di calamità naturale per i gravissimi danni dovute alle esondazioni dei fiumi e dei torrenti che hanno devastato città e campagne.

sabato 26 gennaio 2019

Economia agricola, l'Italia dei giovani vuole farla crescere ma...

In Italia l'economia agricola tira ancora, al punto che scopriamo di avere il più grande plotone di giovani (under35) che vogliono dedicarsi al settore. Nessuno in Europa ne ha più di noi: oltre 70 mila.

Crescita e ostacoli per l'economia agricola

Nel nostro Paese ci sono circa 56 mila imprese agricole gestite da under 35, con un ritmo di crescita da un anno all’altro il ritmo del 5%. Così come è alto il numero di studenti che scelgono la facoltà di Agraria (+15,5% negli ultimi sette anni). Tuttavia l'economia agricola è anche ricca di insidie. Come sottolinea infatti la Corte dei Conti, l'utilizzo utilizzo dei fondi europei per il sostegno al ricambio generazionale in agricoltura e per l’imprenditorialità giovanile rimane insoddisfacente e con effetti restano incerti. Nel periodo che va dal 2014 al 2020, ben 1,9 miliardi di euro avrebbero dovuto essere destinati allo sviluppo rurale orientato al ricambio generazionale.

Le difficoltà burocratiche

Il primo problema è il funzionamento della macchina amministrativa, che si muove troppo lentamente e genera molti ritardi nelle spese dei fondi europei destinati ai giovani agricoltori. In special modo sono le Regioni a creare un imbuto amministrativo: bandi emanati in ritardo, procedure farraginose, errata distribuzione delle risorse e scarsa flessibilità. Tutte cose che danneggiano l'economia rurale.

Secondo Coldiretti, le Regioni hanno respinto circa 23 mila giovani, che avevano presentato un progetto di insediamento nelle campagne (previsto dai piani di sviluppo rurale finanziati dall’Ue). Soltanto una domanda su tre per l’insediamento in agricoltura è stata accolta. Il 66% invece sono state respinte accolte per colpa degli errori di programmazione della amministrazioni regionali, che ha portato a una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani. Tutto questo peraltro comporta il rischio che tali risorse economiche debbano poi essere restituite a Bruxelles.

A livello geografico, è il Mezzogiorno ad essere più penalizzato dall'inefficienza burocratica. Fa rabbia perché si tratta proprio dell'area dove ci sarebbero tante opporuntità, e soprattutto dove c'è tanto bisogno di occupazione e ci sono più elevati i tassi di fuga dei giovani all’estero.

sabato 2 giugno 2018

Finanziamenti all'agricoltura, la UE taglia 2,7 miliardi all'Italia

La bozza di riforma della Politica Agricola Europea prevede un taglio dei fondi per l'agricoltura italiana. Riceveremo 2,7 miliardi in meno nel periodo 2021-2027. La presentazione del nuovo piano da parte della Commissione Europea è stata fatta ieri a Bruxelles. Il nuovo piano tiene conto dell'uscita della Gran Bretagna dalla UE, che ha richiesto un ricalcolo dei contributi.

I nuovi finanziamenti all'agricoltura

Scenderà quindi il budget complessivo a disposizione dei Paesi membri, che sarà di 365 miliardi di euro (-5% rispetto a quelli previsti per il periodo 2014-2020). L'Italia è destinataria di 36,3 miliardi, ovvero il 6,9% in meno di quanto calcolato in precedenza. Di questa cifra, la maggior parte (24,9) verrà erogata sotto forma di pagamenti diretti (che scenderanno di 1,9 miliardi), un'altra quota andrà allo sviluppo rurale (8,9 miliardi) mentre in piccola parte (2,5 miliardi) sarà destinata alle misure di mercato.

Malgrado i tagli, l'Italia rimarrà il quarto paese europeo per finanziamenti ottenuti. Più di noi ricevono soltanto Francia (62,3 miliardi), Spagna (43,7) e Germania (quasi 41 miliardi).
In base a questa nuova riforma di PAC, gli Stati membri potranno godere di maggiori spazi di libertà per utilizzare i fondi assegnati. In questo modo potranno elaborare dei programmi mirati in relazione alle proprie specifiche esigenze. Inoltre sarà possibile trasferire fino al 15% dei fondi Pac dai pagamenti diretti allo sviluppo rurale e viceversa, in modo tale da poter agire in maniera più efficace in base alle proprie specifiche priorità. Sarà tuttavia necessario definire dei piani strategici per l’intero periodo, piano che saranno oggetto di valutazione da parte della Commissione, che monitorerà anche i risultati ottenuti.

Dal momento che i tagli al plafond complessivo rischiano di penalizzare soprattutto le realtà imprenditoriali più piccole, Bruxelles ha proposto di mettere un tetto agli aiuti a 100mila euro, con riduzioni progressive che cominciano da 60mila euro e l'obbligo per i Paesi di usare le risorse risparmiate per indirizzarle alle aziende di taglia più piccola.

lunedì 12 marzo 2018

Agricoltura italiana, danni per 300 milioni per il freddo invernale

L'agricoltura italiana pagherà un prezzo carissimo per il maltempo del periodo invernale. Secondo le stime di Coldiretti, il conto finale da pagare potrebbe essere di oltre 300 milioni di euro. L'ondata di freddo siberiano che ha colpito l'Italia ha dato il primo duro colpo, il resto lo ha fatto la nuova ondata di piogge e freddo degli ultimi giorni. In base ai dati ISAC - CNR (Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima) tra pioggia, gelo e neve al Nord nel corso dell'inverno si sono registrate prpecipitazioni che hanno rovesciato il 16% di acqua in più rispetto alla media.

I danni causati all'agricoltura italiana

agricoltura italiana gelicidioA causa del freddo, da nord a sud danni agli ortaggi come cavoli, verze, cicorie e broccoli, mentre il tepore primaverile delle scorse settimane ha provocato un risveglio vegetativo delle piante da frutto particolarmente sensibili al freddo. La nuova ondata di maltempo ha flagellato zone dell'agricoltura italiana che già erano state duramente colpite dalla devastante gelata provocata da Burian.

Il gelo sui campi è stato devastante: la sopportazione media delle piante al freddo va da -3 a -5 per gli agrumi, da -10 a -12 per kiwi e l'ulivo, da -16 a -18 per la vite, da -18 a -22 per ciliegio, albicocco e mandorlo, da -22 a -25 per pero e melo. Preoccupazione anche per i vigneti se le temperature minime dovessero scendere per lungo tempo su valori estremamente bassi. Peraltro i danni alle piante sono destinati a compromettere le produzioni nel tempo poiché - conclude Coldiretti - occorrono anni prima che prima che si possa sostituire la pianta e che quella nuova inizi a produrre.

Inoltre Coldiretti ha messo in evidenza un altro problema per l'agricoltura italiana. Ai danni diretti per le coltivazioni distrutte, bisogna sommare anche quelli indiretti legati al blocco della circolazione che ostacola le consegne. Una stima dice che in Italia c'è stato 1/5 di consegne di verdure in meno per effetto del gelicidio che ha ostacolato i trasporti.

domenica 7 gennaio 2018

Prezzo di frutta e verdura, aumento choc nel 2017. Colpa del clima

Nel corso del 2017 i prodotti alimentari hanno evidenziato un incremento di prezzo del 1,9%, secondo i dati resi noti da Istat. Nel paniere c'è soprattutto una voce che lascia a bocca aperta, quella del rincaro degli alimentari non lavorati come frutta e verdura. Per loro l'aumento annuo di prezzo è arrivato infatti al 3,6%, quasi il triplo della media degli altri alimenti. Secondo Coldiretti la spiegazione sta nel clima impazzitto che si è avuto nell'anno appena finito. Sarebbe questa la principale spiegazione dell'inflazione sul carrello della spesa.

Peraltro secondo Coldiretti, una cosa analoga dovrebbe verificarsi anche nel corso del prossimo anno. La raccolta di miele negli alveari è infatti praticamente dimezzata, ci sarà l'addio ad una bottiglia di vino su quattro e un calo dell'11% della produzione di olio di oliva rispetto alla media dell'ultimo decennio. Insomma, anche nel 2018 si prospetta un carrello della spesa più costoso.

Distribuzione inefficiente e prezzo

Va anche detto che secondo Coldiretti gli aumenti di prezzo sono stati spesso ingiustificati, perché c'è stata una differenza enorme tra il costo dei prodotti in campagna e quelli al dettaglio. Il passaggio dal produttori al consumatore sarebbe infatti stato oggetto di grosse speculazioni, con prezzi che sono raddoppiati passando dal campo al dettaglio. Tutto ciò comporta anche il rischio per i consumatori che prodotti di importazione siano spacciati per italiani e venduti anche a prezzi più alti del normale. Una vera stortura nella organizzazione del sistema distributivo, tanto che aumenta il numero di persone che si rivolge alla vendita diretta dei prodotti agricoli in azienda. L'acquisto diretto dagli agricoltori continua a crescere.

Va anche ricordato che tra le misure per la valorizzazione del settore agricolo, la manovra 2018 dà agli agricoltori l'opportunità di vendere direttamente al consumatore prodotti trasformati e cucinati, anche in modo itinerante. Via libera quindi allo street food contadino.

sabato 1 luglio 2017

Export agricolo: stop verso lo Russia, danno miliardario per l'Italia

Altri danni in arrivo per l'economia italiana. L'export di prodotti agricoli verso la Russia infatti si fermerà, dal momento che il presidente Vladimir Putin ha firmato il decreto che proroga il contro-embargo rispetto alle sanzioni UE. In sostanza scatta di nuovo il divieto di importare prodotti agricoli, lattiero-caseari, carne e altri alimenti fino al 31 dicembre 2018.
Il Cremlino ha preso questa decisione come risposta immediata alla decisione presa il 28 giugno scorso in Consiglio Ue (assunta all’unanimità), che ha allungato il termine di scadenza delle sanzioni economiche fino al gennaio 2018, per via della mancata attuazione degli accordi di Minsk.

Situazione delicata che compromette l'export

Le relazioni tra Russia e Occidente sono peggiorate per la situazione in Crimea e Ucraina. Nell'estate del 2014 la UE e gli Stati Uniti avevano introdotto sanzioni contro interi settori dell'economia russa, dopo aver in precedenza imposto misure afflittive individuali contro funzionari e rappresentanti d'impresa.

In base alle sanzioni, la Russia viene isolata dal punto di vista diplomatico e inoltre viene limitato l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’Ue. Oltre a questo viene vietato anche l’import/export di armi, vengono limitati gli accessi a servizi e tecnologie sensibili Ue, vietano visti e congelano beni a cittadini e società russe e, infine, prevedono misure restrittive alla sola Crimea, per l’annessione condotta da Mosca.

Se la sanzione UE durerà altri 6 mesi, Mosca ha risposto raddoppiando: altri 12 mesi. Questo doppio bando secondo Coldiretti finora è costato al made in Italy 1 miliardo di euro. viene fortemente penalizzato il made in Italy e sta mettendo in crisi i rapporti commerciali di molte aziende con Mosca, rendendo ancora più complessa una situazione già precaria. La beffa è che questo blocco giunge proprio nel momento in cui il mercato russo fa segnare un incremento record delle esportazioni Made in Italy del 26,7% (nei primi 5 mesi del 2017). Insomma il prodotto italiano tira, ma non potremo incrementare la sua vendita all'estero.

venerdì 23 giugno 2017

Agricoltura italiana in ginocchio, la siccità provoca danni milionari

Il caldo record di questi giorni sta mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana. Mancano all'appello circa 20 miliardi di metri cubi d'acqua sull'intero territorio nazionale, e il Consiglio dei ministri ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza in due province (Parma e Piacenza). E' l'Emilia Romagna la regione più colpita dall'assenza di piogge. E parliamo del luogo dove si concentra il 35% della produzione agroalimentare italiana. Ma danni ingenti vengono patiti anche da Sardegna, Toscana e Veneto, che peraltro hanno già fatto pervenire la loro richiesta al governo di stato di emergenza.

I danni del caldo all'agricoltura

I danni derivanti da questa ondata di caldo africano sono enormi. La Coldiretti li ha valutati in oltre un miliardo di euro, indicando anche quali sono le coltivazioni più colpite.

Nella zona dell'Emilia sono in sofferenza tutte le colture: pomodori, cereali e ortaggi. In Lombardia il caldo ha duramente colpito la produzione di latte, che è scesa del 20%. La Toscana accusa un calo di foraggi e potrebbe essere duramente colpita la produzione di miele. In Umbria stanno seccando girasoli e mais, infine nel Lazio è a rischio addirittura il 40% dei raccolti. In Campania rischia grosso anche la produzione di mozzarella di bufala dal momento che la mancanza di acqua ha messo in ginocchio gli allevamenti e i caseifici. In Basilicata c'è un problema per la raccolta di albicocche, perché non c'è più gradualità di maturazione, con la conseguenza che tutta la produzione arriva assieme ai mercati, generando un crollo delle quotazioni.

Chi opera nel settore dell'agricoltura si sta dando da fare per arginare il problema attraverso la razionalizzazione dell'uso dell'acqua, oppure con lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto.
La situazione ripropone un problema che l'agricoltura da diverso tempo conosce, ma non ha ancora fronteggiato. Di fronte alla tropicalizzazione del clima infatti, si rendono sempre più necessari interventi strutturali per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi in modo da averla disponibile in periodi di siccità. Del resto da tempo siamo entrati in un quadro climatico che potrebbe alterare sempre di più l'attività agricola.