Le mosse della BCE
Quel precedente ha fatto capire come si stia vivendo il momento sui mercati, e quanto sia importante calibrare bene le parole. Forse proprio per questo sono emerse le voci di ieri. Per capire fino a che punto i mercati sono sensibili a ciò che accade sul fronte europeo. Non c'è dubbio che molti banchieri abbiano drizzato le antenne ieri per vedere le reazioni anche ai dati sull'inflazione. Il punto è che l'istituto europeo deve fare i conti con una valuta che è troppo forte. Peggio ancora sembra inarrestabile. Ha varcato i confini di 1,20 contro il dollaro, e chi fa analisi tecnica sul Forex avrà notato il comportamento dello stocastico (miglior settaggio stocastico lento 20 5 5) verso l'ipercomprato.
Ieri dopo quei rumors si è visto sì un immediato indebolimento, che però è rientrato riportando il cambio col dollaro in area 1,19 a fine giornata. La coppia EUR/USD durante tutta la settimana ha navigato in acque agitate, per lo più a causa del biglietto verde (si veda il cross con il trading system Ichimoku strategia).
È chiaro che la BCE è tenuta sotto pressione da un euro forte, ma Draghi nei suoi discorsi ha evitato ogni riferimento a quest’aspetto. D’altro canto, è chiaro che il calo del dollaro è visto di buon occhio dalla Federal Reserve. I timori che la BCE possa fare qualcosa per indebolire l'euro sono durati poco, insomma. Nessun terremoto, nessun overshooting. Del resto molti già si aspettano un rallentamento del ritmo al cui avverrà la riduzione del piano di acquisti. E molti si aspettano che questo annuncio non avverrà subito, ma solo al meeting di ottobre.
Nessun commento:
Posta un commento