L'andamento del dollaro
Sul fronte macroeconomico c'era molta attesa per i dati della Federal Reserve sulla Produzione Industriale di settembre, per l'impatto che avrebbero potuto avere sul dollaro. Il report ha evidenziato una crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il dato si è rivelato migliore delle aspettative (+0,2%) ma in calo rispetto alla rilevazione precedente (+0,4%). Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è al 78,1%, senza variazione rispetto alla rilevazione precedente ma sotto le aspettative degli analisti (pari al 78,2%). Rispetto allo stesso mese del 2017, la produzione industriale risulta in crescita del 5,1%, l’incremento maggiore degli ultimi otto anni. Nel terzo trimestre la produzione è cresciuta del 3,3%; nel secondo era salita del 5,3%.Questi dati non hanno fornito un grande slancio al biglietto verde, che nei giorni scorsi è stato penalizzato dalla deludente lettura delle statistiche di venerdì sulle vendite al dettaglio di settembre (per i dati si può far riferimento alla migliore piattaforma forex italiana). A contenere la flessione del dollaro c'è però la tensione sui rendimenti dei Treasuries, che impedisce un’eccessiva flessione del cambio. In questo momento più che una vera correzione, il mercato pare stia facendo un cauto ritracciamento.
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Ad ogni modo, i veri driver del mercato finanziario continuano ad essere soprattutto quelli dell'Eurozona. il riferimento è alla situazione italiana e all'evoluzione dei negoziati riguardo alla Brexit.
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