martedì 9 ottobre 2018

Debito pubblico, l'Italia incassa un nuovo monito dal FMI

Nella delicata questione del debito pubblico italiano entra adesso anche il Fondo Monetario Internazionale, che invita il nostro paese a non cancellare le riforme già fatte perché potrebbero di nuovo mettere a rischio la sostenibilità del debito stesso.

Il Fondo e il debito pubblico

Il World Economic Outlook dell’Fmi, presentato a Bali, taglia le previsioni sul commercio globale a causa del deterioramento del contesto generale. La crescita è in calo e si fermerà al 3,7% raggiunto l’anno scorso (-0,2% rispetto alle stime di luglio). I venti di guerra commerciale continueranno a pesare sull’outlook, mentre i mercati emergenti risentiranno ancora di condizioni finanziarie meno accomodanti e dei crescenti deflussi di capitale.

Secondo l'FMI l'economia del nostro paese crescerà dell’1,2% nel 2018 e dell’1% nel 2019, in linea con le previsioni di luglio. Il rallentamento della crescita dell’economia italiana viene imputato al deterioramento di fondo della domanda estera e interna, unito all’incertezza politica sull’agenda del nuovo governo nato a maggio dall’accordo tra Movimento Cinque Stelle e Lega. L’organismo di Washington sottolinea le preoccupazioni derivanti dalle ultime discussioni sul Def e sulla futura manovra di bilancio. La raccomandazione è di non toccare la legge Fornero e il Jobs Act, e lavorare senza danneggiare la sostenibilità del debito pubblico.

Lo spread


Il Fondo avverte che se l’Italia compierà passi indietro in tal senso, gli spread si allargheranno e il problema del debito pubblico tornerà a farsi sentire con forza.

Le recenti dinamiche dei Btp offrono un altra sponda ai moniti del Fondo: un ulteriore calo delle quotazioni dei titoli di Stato potrebbe peggiorare la dinamica del debito pubblico italiano, con possibili ricadute anche su altri Paesi, innescando nuovamente il circolo vizioso tra debito sovrano e banche. L'FMI aggiunge anche altro. Quei paesi con limitato spazio di bilancio (per esempio Francia, Italia e Spagna) dovrebbero usare questo periodo di crescita sopra il potenziale e di politica monetaria accomodante per ricostruire cuscinetti di bilancio, che potrebbero alleviare le tensioni fra banche e debito sovrano.

Nessun commento:

Posta un commento