Stiamo lentamente uscendo dalla crisi sanitaria innescata dalla pandemia, ma ancora ne subiamo gli effetti economici. Tremendi sono stati quelli sul reddito disponibile delle persone, che hanno avuto un brusco calo. E come se non bastasse, adesso ci sono pure le conseguenze della guerra in Ucraina da affrontare.
Un esame delle ripercussioni sul reddito provocate dalla pandemia è stato fatto dal Sole24Ore, in base agli open data sulle dichiarazioni dei redditi 2021 pubblicati recentemente dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.
Dati sui redditi e pandemia
Da questa indagine emerge che il crollo del reddito disponibile nel 2020 si è abbattuto principalmente al Nord, dove è stato dieci volte più pesante rispetto al Meridione. Chiaramente, questo deriva anche dal fatto che il punto di partenza era decisamente differente. Il Nord è territorio più ricco rispetto al Sud, e quindi il calo proporzionale è stato più forte. Questo andamento così eterogeneo si spiega anche con il diverso impatto delle misure di contenimento. Le chiusure hanno pesato soprattutto sui redditi dei lavoratori autonomi e dei dipendenti del settore privato, lasciando invece pressoché inalterati i redditi da pensione e quelli dei lavoratori pubblici.
Ad ogni modo, il calo del reddito disponibile provocato dalla crisi pandemica è stato pari all'1,45% nella parte settentrionale del Paese (a 23.828 euro).
Molto più contenuto invece l'effetto al Sud, dove ci si ferma a una riduzione dello 0,15% (a 17.256 euro).
Andamento regionale
A livello regionale le cadute più significative sono state in Toscana (-1,96%), Lombardia (-1,75%) e Valle d’Aosta (-1,74%). Segno negativo anche per il Veneto (-1,62%), la Liguria (-1,36%), il Piemonte (-1,29%) e l'Emilia Romagna (-1,13%).
Il divario Nord-Sud emerge osservando il lato opposto della classifica, dove ci sono regioni che hanno addirittura avuto un aumento del reddito pro-capite. Segno positivi infatti in Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria.
Comuni più colpiti
Circa i singoli Comuni, quelli più colpiti dal calo del reddito sono le città d’arte. Particolarmente colpita Venezia, che a causa del crollo del turismo segna -4,36%, quattro volte peggio rispetto alla media nazionale. Fortunatamente, il 65% di queste perdite è stato recuperato l'anno successivo. Malissimo anche Firenze, altra grande città a vocazione turistica, con -1,98%.
Il dato peggiore di tutti lo evidenzia però Positano, con un tracollo del 35,3%, seguito a una certa distanza dal -21% di Limone sul Garda.
Il dato migliore invece spetta a Campobasso (+1,69%).
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