E' giunto alla fine il lungo e travagliato processo di aumento di capitale di Saipem, una delle aziende più importanti del panorama italiano. Non era un'operazione facile, visto lo stato di salute del mercato dei capitali. Alla fine l'operazione da 2 miliardi di euro si è conclusa.
Risorse importanti, che serviranno ad attuare il piano industriale e cogliere a pieno le opportunità di crescita legate al nuovo ciclo di investimenti energetici.
Le sottoscrizioni di capitale dell'azienda
Le sottoscrizioni raccolte sono state il 70,4%, per un controvalore pari a 1,4 miliardi. Le banche, che si erano impegnate a sottoscrivere la parte non coperta fino a 1,1 miliardi, alla fine hanno sottoscritto il restante 29,6% dell'aumento di capitale, con un esborso di 592 milioni.
La nuova composizione dei soci
Quasi un terzo del capitale di Saipem finisce quindi tra le mani di un pool di istituti. Si tratta di Bnp Paribas, Citigroup, Deutsche Bank, Hsbc, Intesa Sanpaolo e UniCredit, che hanno fatto da global coordinator, ead anche di altri 8 istituti del consorzio: Abn Amro, Banca Akros – Gruppo Banco Bpm, Banco Santander, Barclays, Bper, Goldman Sachs International, Société Générale e Stifel, che hanno fatto da joint bookrunner.
Alla fine una delle più importanti aziende italiane, avrà tre soci forti: il pool di banche, Eni e CdP (che insieme controllano il 43% di Saipem).
Turbolenze in Borsa
L'aumento di capitale di una delle aziende più importanti e strategiche del Paese è stato un processo molto travagliato, che ha innescato una forte volatilità sul titolo. Prima del leggero rimbalzo di giovedì, il titolo aveva praticamente dimezzato il suo valore nelle precedenti due sedute.
Altre novità
Adesso gli occhi degli investitori sono puntati alla pubblicazione dei conti del secondo trimestre, che verranno diffusi il 27 luglio.
Intanto arriva la notizia che la oil service italiana ha firmato accordo con Saudi Aramco per l'esecuzione di progetti EPC in Arabia, tramite una joint ventures di nuova costituzione.
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