Quando cominciò a diffondersi il fenomeno delle vendite on-line, i negozi tradizionali - di qualsiasi dimensione e fama - si sentirono minacciati. Ma oggi anche questi ultimi vedono nell'e-commerce un canale fondamentale per i propri bilanci.
La rivincita delle vendite on-line
Da quando nei primi tempi della loro diffusione, le vendite on-line erano considerate qualcosa di controverso, è passato tantissimo tempo. Ma soprattutto è passata la pandemia di SARS-CoV-2.Con la crisi sanitaria l'e-commerce è diventata una risorsa strategica, per non dire vitale, delle imprese. Lo dimostra il fatto che per la prima volta il volume di vendite globali ha superato i 5000 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare più del 20% del totale delle vendite.
Anche chi all'inizio osteggiava questo fenomeno si è ricreduto. Ad esempio i settori del lusso e della moda, che hanno sempre fondato le loro radici sul rapporto personale con clienti e distributori, hanno vissuto una continua crescita delle vendite on-line.
E pensare che una quindicina d'anni fa c'era chi spingeva addirittura per l'imposizione di un divieto o di un limite al fenomeno dell'e-commerce per tutelare il proprio marchio.
La tecnologia e la digitalizzazione
Oltre alla pandemia, ha agito un altro fattore che ha spinto le vendite on-line. Si tratta della progresso tecnologico. Innovazione e digitalizzazione hanno cambiato anche il comportamento dei consumatori, che diversificano le loro abitudini di acquisto e cercano occasioni di risparmio, oppure preferiscono la comodità di comprare e ricevere direttamente a casa.
La doppia sfida
Più che per scelta, le imprese che non credevano nell'e-commerce si sono trovate di fronte alla necessità di affrontare una doppia sfida. Da una parte difendere il valore del proprio brand, dall'altra aumentare le proprie vendite.
A distanza di 15 anni si può dire che molte di esse sono riuscite a cogliere l'opportunità che si nascondeva dietro questa duplice sfida.
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