Anche se il reddito medio degli italiani è leggermente cresciuto nell'ultimo trimestre, non ce l'ha fatta a stare dietro l'inflazione. Questo significa che il potere di acquisto degli italiani è calato ancora.
Inflazione, potere di acquisto e reddito
A evidenziare questo scenario è stato l'Istat. Tra ottobre e dicembre il reddito è cresciuto dello 0,8%, ma a causa della contemporanea crescita dei prezzi al consumo “particolarmente forte”, il potere di acquisto ha subito una "significativa diminuzione", pari al 3,7%.Quello che però dovrebbe farci arrabbiare, è che nel frattempo gli ultimi delle imprese hanno marciato al rialzo. Nello stesso trimestre infatti le imprese non finanziarie hanno potuto accrescere la quota di profitto al 44,8%, ossia +1,9% sul precedente e +3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.
Sembrerebbe quindi che una fetta dell'inflazione non derivi da altro che la volontà delle aziende di pompare i loro utili, realizzati tramite l'aumento dei prezzi. Insomma, ci hanno speculato sopra.
Italia ed Europa
Ma questo non è solo un fatto italiano, visto che una dinamica simile si registra in tutta Europa. In base ai dati Eurostat, nell'ultimo trimestre del 2022 la quota di profitto delle imprese è salita al 42%, il livello più alto della serie storica.
Del resto nelle scorse settimane lo aveva detto anche la Bce, che l'aumento dell'inflazione era legato anche a manovre aggressive delle imprese sui prezzi.
Consumi e risparmi
La cosa grave è che tutto questo accade mentre una grossa fetta di italiani sta intaccando i risparmi, nel tentativo vano di mantenere il tenore di vita invariato. Anche per questo se nel resto dell’Ue il tasso di risparmio è in ripresa, in Italia si è registrata una flessione.
Intanto però a causa del caro-vita si spende di più di prima, per comprare meno di prima. Rispetto a febbraio 2022, infatti, c'è stato un aumento delle vendite di beni alimentari in valore del 7,9%, che però si accompagna ad un crollo in volume del 4,9%.
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