Il primo trimestre del 2023 se n'è andato via con grandi soddisfazioni per chi opera sul mercato azionario. Alcuni listini del vecchio continente hanno macinato un record dopo l'altro. Eppure un occhio attento può facilmente evidenziare che le performance brillanti sono frutto di una folle corsa di pochi, mentre molti altri rimangono in difficoltà.
Un primo bilancio del mercato azionario
Guardando sia in Europa che negli Stati Uniti, le performance sono state più che positive. L'indice migliore dall'inizio di quest'anno è quello parigino (il CAC40) che ha saputo realizzare una performance di +17%. A Wall Street invece brilla il Nasdaq, che dopo un 2022 molto difficile per i colossi tecnologici, ha visto un rialzo del 19% come si vede su Quotex.In generale in tutta Europa la crescita dei listini è arrivata in doppia cifra. Ma dipende dove si va a guardare...
Luci ed ombre
Apparentemente tutto fa sembrare che il quadro per il mercato azionario sia idilliaco. La verità però è che ci sono alcuni titoli e settori che hanno brillato, mentre ci sono molte realtà meno brillanti che sono rimasti in un cono d'ombra.
Si prenda ad esempio il settore del lusso e dei consumi discrezionali. Alcuni colossi come LVHM, Hermes e l'Oréal sono schizzati del 30%, altri ancora hanno macinato guadagni del 20%. Non è un caso che il listino parigino sia il più forte d'Europa, vista la forte rappresentanza di titoli del lusso.
Ma se ad esempio si prende l'indice delle società a piccola capitalizzazione, allora si scopre che l'incremento è stato meno del 5%.
Una dinamica analoga la si osserva a Wall Street. Sul mercato azionario americano da una parte il Nasdaq (il listino dei titoli Tech) ha guadagnato il 19%, dall'altra invece l'indice S&P 500 non è arrivato neppure alla metà. Addirittura il Dow Jones (il listino dei titoli industriali) ha guadagnato poco più del 2%.
NB. Quando si decide di investire nel mercato azionario, occorre conoscere il sell buy limit significato.
Occhio al pericolo
Tutto questo si traduce in un fattore di rischio molto consistente. Questa concentrazione molto forte delle performance potrebbe infatti innescare un ribaltamento improvviso, nel caso in cui molte notizie negative si dovessero sommare. Ad esempio, quelle riguardanti i tassi di interesse.
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