Negli ultimi anni la professione dell'artigiano ha vissuto un profondo cambiamento nel nostro paese, soprattutto per quel che riguarda la mappa dei singoli settori del lavoro.
Non si tratta di un cambiamento di poco conto, visto che le imprese artigiane sono circa 1,3 milioni, ossia un quinto dell'intero tessuto produttivo.
La nuova fotografia sul lavoro artigiano
Ad illustrare il quadro dell'artigianato nel nostro paese è una elaborazione di Unioncamere e Infocamere, sulla base dei dati del registro delle imprese. Da essa emerge che la mappa del lavoro artigiano nel nostro paese è molto cambiata nell'ultimo lustro.Le professioni in ascesa
Negli ultimi 5 anni l'espansione più grande è stata di gran lunga quella degli estetisti (professione nella quale viene incluso anche il lavoro dei tatuatori e i nail shop), con un incremento di 8800 imprese. In termini relativi si tratta di un aumento del 24,8% nel quinquennio.
A seguire la crescita più robusta è stata quella dei muratori (+3.451, grazie alla spinta dei Superbonus edilizi), poi vengono i tassisti (+2.339, in termini relativi la crescita è stata del 19,2%), i serramentisti (+2.234) e i giardinieri (+1.934). La crescita ha riguardato anche gli operatori del settore digitale, come gli specialisti in servizi ICT (1.317 imprese in più).
Le professioni in declino
Tuttavia negli ultimi cinque anni ci sono anche numerose spine, visto che diversi mestieri di artigiani hanno vissuto un forte calo, anche a causa delle turbolenze vissute dai rispettivi mercati a causa della pandemia e della crisi energetica.
Sotto questo punto di vista, il lavoro più colpito è stato quello dei piccoli trasportatori, diminuiti di 10.784 unità. Tuttavia in termini relativi la variazione percentuale più significativa è quella delle imprese di lavanderia (diminuite del 21%).
Un netto calo dell'attività ha riguardato anche il lavoro degli elettricisti (-4.281), i parrucchieri e barbieri (-4.056) ed anche dei falegnami (-3.503).
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