Se in Italia il reddito medio è pari a 11.155 euro annui, c'è una larga fetta della popolazione (circa un quarto) che è costretta a vivere con circa il 60% in meno. Aumenta così la fascia di popolazione che è a rischio povertà o esclusione sociale.
Lo scenario del reddito
I numeri di questo fenomeno ci vengono raccontati da ISTAT, che certifica comunque qualche piccolo passo in avanti rispetto al 2021, dove gli strascichi della crisi sanitaria ed economica si facevano sentire in misura ancora più forte.Una ripresa c'è stata, perché la percentuale di persone a rischio povertà è scesa dal 25,2% al 24,4%. Ma comunque 14,3 milioni di cittadini nel 2022 vivevano ancora in una famiglia a grave rischio, dove il reddito familiare superava di poco i 930 euro. Per circa 2,6 milioni di italiani (5,6%) la situazione era ancora più grave, tanto che si profilava la difficoltà di assicurare un pasto regolare ogni due giorni.
Divario Nord-Sud
Dal punto di vista geografico, la situazione si è mossa in due direzioni. Nel Nord il reddito è generalmente cresciuto, pur rimanendo quello medio ad un livello più basso rispetto al 2007, anno precedente la grande crisi. Nel Settentrione si registrano aumenti più sostanziosi: +3,3% del Nord Est e +2,5% del Nord Ovest.
Al Mezzogiorno invece la situazione è rimasta stabile se non addirittura- in alcuni casi - peggiorata ulteriormente. Il reddito familiare medio al Sud è sceso dell'1,7%, e in questa MacroArea il 40,6% delle persone è a rischio povertà. Le Regioni dove c'è stato un peggioramento sono Puglia, Sardegna e Calabria. Lievi miglioramenti invece hanno riguardato Campania e Sicilia.
Divario ricchi-poveri
Questo andamento complessivo ha creato un divario ancora più forte tra i più poveri e i più ricchi, che possono contare su redditi più alti 5 volte e mezzo. Tale divario avrebbe potuto essere anche molto più ampio, se non ci fossero state delle misure di sostegno come reddito di cittadinanza, d’inclusione, e bonus vari.
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