Quando si parla di occupazione in Italia, certi fenomeni non possono essere relegati a caratteristiche di secondo piano. Ci riferiamo alla differenza tra uomo e donna, sia in termini di partecipazione al lavoro che riguardo ai guadagni. Il Gender Gap continua infatti ad essere una preoccupante caratteristica del nostro mercato occupazionale.
Uomo, donna e lavoro
Gli ultimi numeri sul lavoro in Italia hanno evidenziato soltanto un piccolo segnale incoraggiante dal numero di donne occupate, visto che sono passate dal 55% del 2022 al 56,4% nel 2024. Ma sono altri numeri ad essere ancora critici, ed emergono dall'analisi delle carriere di circa 5000 persone nate per il 37% tra il 1940 e il 1950 e per il 63% tra il 1950 e il 1970. Dall'analisi emerge che il Gender Gap Pay, ossia il divario retributivo fra uomo e donna, tende ad ampliarsi con il passare della carriera, fino a raggiungere una vera e propria impennata alla fine della stessa. In quel momento il divario può raggiungere anche il 30%. Questa drammatica caratteristica è nota con il nome di "soffitto di cristallo" (Glass ceiling), che indica metaforicamente un soffitto che ostacola il passaggio delle donne verso ruoli apicali.
Con gli anni le cose peggiorano
Oltre che nella progressione in carriera, il divario si amplia strada facendo anche riguardo alle probabilità di trovare lavoro. Se per i giovani tra i 20 e i 30 anni le differenze uomo-donna sono minime, dopo i 35 anni l'uomo è occupato nel 95% dei casi mentre le donne solo nel 50%. Al raggiungimento della pensione ci arrivano soltanto poco più della metà delle donne.
Figli, famiglia e casa
I motivi di questa differenza sono svariati e molteplici. Il più grande ostacolo è avere un figlio: una madre su cinque nell'ultimo anno ha abbandonato il modo definitivo il proprio lavoro dopo la gravidanza.
Ma poi c'è il lavoro domestico che pesa soprattutto sulla carriera delle donne. In base a un report di Istat, ognuna di esse dedica in media 4 ore e mezza alla cura della casa contro un'ora e 48 minuti dei maschi, ciò significa che nell'arco di una vita intera le donne dedicano alla casa 40.000 ore in più rispetto agli uomini. A tutti gli effetti è un lavoro non retribuito che equivale a vent'anni di impiego a tempo pieno.

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