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lunedì 1 febbraio 2021

Eurozona, manifattura ancora in espansione. Euro-dollaro stabile

Giornata di dati macro per la Eurozona, anche se il vero clou probabilmente si avrà domani quando sarà pubblicato il dato relativo al PIL.

Manifattura e occupazione nella Eurozona

Nel frattempo Markit ha informato che l'indice PMI manifatturiero della Eurozona nel mese di gennaio ha toccato i 54,8 punti dai 54,7 della lettura preliminare. Il valore segna un calo rispetto al precedente 55,2 punti, ma tuttavia per il settimo mese consecutivo c'è stata una espansione (il valore di 50 dell'indicatore fa da spartiacque fra recessione ed espansione).

A livello nazionale, il PMI in Italia si è portato a 55,1 punti, ai massimi da 34 mesi. Male quello tedesco, che scende al livello minimo da 4 mesi. L'unico dato negativo tra i grandi d'Europa è la Spagna a 49,3.

Lavoro nell'area

Dati importanti anche dal fronte del lavoro della Eurozona. Eurostat infatti evidenzia che il tasso di disoccupazione destagionalizzato si ferma all'8,3%, come si aspettavano gli analisti.  L'Eurostat stima 16 milioni di disoccupati nell'UE a dicembre, di cui 13,7 nell'area euro. Rispetto a dicembre 2019, la disoccupazione è aumentata di 1,95 milioni di unità nell'UE e di 1,5 milioni nell'Eurozona.

PIL e cambio euro-dollaro

Questi dati non hanno smosso granché il mercato valutario. L'euro-dollaro si agita verso 1,21, con variazione leggera e un Adx indicatore trading forex che non fornisce grandi indicazioni.

Secondo gli analisti quello che desterà molto interesse è il dato sul PIL area euro del quarto trimestre, atteso di nuovo in contrazione. Gli operatori di mercato confronteranno questo dato con quello americano uscito la settimana scorsa. Se le cose dovessero essere peggio del previsto, ciò dovrebbe contribuire a indebolire ulteriormente l’euro. Tuttavia, se il dato aggregato dovesse sorprendere al rialzo, allora il cambio potrebbe rafforzarsi (qui invece si parla della Lira turca previsioni euro dollaro).

Nel frattempo gli analisti di Goldman Sachs dichiarano di non attendersi un nuovo taglio dei tassi dalla Bce. "Rimaniamo scettici, non sembra una opzione realistica per la BCE, nessuna banca centrale ha effettuato tagli più profondamente negativi o in territorio negativo dall'inizio della crisi Covid".

mercoledì 9 dicembre 2020

Manifattura italiana, anche il settore del legno ha subito un duro contraccolpo da Covid

Non se ne sente parlare spesso, ma anche la filiera del legno ha subito un contraccolpo durissimo a causa del Covid. Eppure parliamo di una eccellenza della manifattura italiana. Ma due lockdown a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, hanno spinto il fatturato declino del 15-16%. E in questo clima ancora incerto, è difficile immaginare come potrà esserci una ripresa.

Legno e Manifattura italiana

Le prospettive perché il 2020 sia ricordato coma l'unico annus horribilis causa Covid, e che il 2021 sia quello della ripresa, ci sono. I settori del legno-arredo e del design potranno ripartire, anche se occorrerà un grosso sforzo sia da parte delle imprese che un sostegno da parte della politica. 

Fino a oggi le imprese hanno dovuto pensare a resistere alla crisi, adesso dovranno pensare a come ripartire. Uno spiraglio di luce lo dà il rimbalzo inatteso dell’arredamento. Tanto forte che molte aziende si sono ritrovate con ordini imprevisti a cui qualche volta hanno fatto fronte con difficoltà.

Ripensare il business

Nell'ambito della manifattura italiana, la filiera del legno ha una cosa su cui puntare: una reputazione internazionale altissima legata alla creatività, al saper far bene su cui si fonda il Made in Italy. Anche se l'export italiano ha subito una contrazione forte, in futuro si riprenderà. Inoltre la capacità di resilienza alla pandemia, ha dimostrato che il tessuto produttivo di questa manifattura è sano

Ma bisognerà lavorare in modo intenso sui propri modelli produttivi. Capire cosa è ormai superato e cosa è invece indispensabile fare. Bisognerà che questo settore della manifattura italiana riorganizzi spazi, qualità del lavoro delle persone e recuperi produttività. Ricordando che la parola d’ordine adesso è sostenibilità. Su di essa di costruisce un modello vincente per il futuro.

Il sostegno dello Stato

Ma serve anche un forte sostegno politico. Ad esempio, spingendo la domanda con politiche come il prolungamento e il rafforzamento del bonus mobili. Oppure con un bonus idrico per coniugare investimenti e sistemi idrici a basso consumo. Oppure incentivare la bioedilizia, ovvero le costruzioni in legno, come sta facendo l'intera Europa per la lotta ai cambiamenti climatici.

martedì 1 ottobre 2019

Eurozona, flop del settore manifatturiero. Torna l'incubo recessione

La situazione della Eurozona continua a manifestare dei segnali di debolezza. Sono infatti peggiorate in modo forte le condizioni operative del settore manifatturiero dell'area euro, mentre la valuta unica scivola sotto quota 1.09 contro il dollaro americano.

Gli ultimi dati sull'Eurozona

L'indice finale IHS Markit PMI del Manifatturiero dell'Eurozona, che già era in area contrazione ad agosto - quota 47 punti - è ulteriormente sceso fino a 45,7 punti, raggiungendo il livello più basso da ottobre 2012. Per l'ottavo mese di fila, questo indice si trova al di sotto della soglia di 50, quella che divide la fase di contrazione da quella di espansione. Riguardo all'Italia, il dato segna 47,8 punti, sul minimo da 6 mesi. Anche in questo caso il consensus è andato deluso (48,2). Malissimo la Germania, il cui PMI scende a 41,7 punti, il dato peggiore da ben 10 anni. Anche la Spagna preoccupa, visto che ha toccato i 47,7 punti, minimo da 77 mesi.

Per quanto riguarda l'inflazione invece, nella zona euro l’indice dei prezzi al consumo a settembre è aumentato dello 0,9% su base annua, leggermente di meno rispetto alla stime ed alla rilevazione di agosto, entrambe pari all’1%. Il dato core, sempre a livello tendenziale, si è attestato all’1%, in leggero aumento rispetto alla precedente rilevazione (+0,9%) ma in linea con le attese del consensus.

Pericolo recessione?

Questi dati macro della Eurozona sono tornati a far storcere il naso all’intero mercato, che torna a chiedersi se sia imminente una recessione. Inevitabilmente, tutto questo ha pesato sul cambio EUR/USD, che rimane sotto pressione e scende al di sotto del minimo biennale, dopo aver infranto un forex rettangolo di continuazione.

Consiglio: se siete decisi a tuffarvi nel mondo degli investimenti online, cercate di capire bene i concetti di broker stp o ecn differenze, punti di forza e debolezza.

La situazione della Eurozona rende possibile un nuovo intervento da parte della BCE, che potrebbe aggiungere ulteriori stimoli dopo il taglio dei tassi del mese scorso e l'annuncio dell'acquisto di obbligazioni. E tutto questo inevitabilmente pesa sull'euro.