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giovedì 5 agosto 2021

Banca centrale europea, ottimismo sul futuro anche se la vairante Delta preoccupa

Il bollettino economico della Banca Centrale Europea instilla un po' di ottimismo nei mercati. L'Eurotower infatti parla di "forte crescita nel terzo trimestre", dopo il recupero nel secondo grazie all'allentamento delle restrizioni e al ritmo sempre più forte delle vaccinazioni.
Secondo l'istituto di Francoforte, l'economia dell'area euro dovrebbe tornare al livello pre-crisi nel primo trimestre del 2022.

Il bollettino della Banca centrale europea

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea avverte comunque sui rischi rappresentati dalla pandemia, che allungano una fastidiosa ombra sul futuro della ripresa economica, soprattutto a causa della variante Delta,  che costituisce una fonte di crescente incertezza.
Avverte inoltre che "c'è ancora molta strada da fare prima che i danni economici causati dalla pandemia siano ripianati".

Inflazione e tassi di interesse

L'Eurotower ha ribadito il giudizio sull'andamento dell'inflazione: “è aumentata, ma ci si attende che questo rialzo sia prevalentemente di natura temporanea. Le prospettive di inflazione nel medio periodo restano contenute”.

La Banca centrale europea ribadisce che i tassi rimarranno ai livelli attuali, o inferiori, per "preservare condizioni di finanziamento favorevoli per tutti i settori economici durante il periodo della pandemia". Questa situazione continuerà fino a una ripresa "durevole" dell'indice dei prezzi. Tale prospettiva "potrebbe anche comportare un periodo transitorio in cui l'inflazione si colloca su un livello moderatamente superiore all'obiettivo". 
E' confermato che nel terzo trimestre gli acquisti nel quadro del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) "saranno condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno”.

L'importanza del Next Generation EU

"Restano essenziali politiche che forniscano un sostegno significativo - si legge nel documento -. Una politica di bilancio ambiziosa e coordinata dovrebbe continuare ad affiancare la politica monetaria nel rafforzare la fiducia e nel favorire la spesa. Al programma Next Generation EU inoltre è affidato un ruolo fondamentale, nella misura in cui dovrebbe contribuire a una ripresa più vigorosa e uniforme in tutta l’area dell’euro".

Nota operativa: chi ama fare investimenti online, dovrebbe conoscere prima il concetto di market maker, definizione.

Euro stabile

Dopo il bollettino della Banca centrale europea, l'euro si è mantenuto al di sopra di 1,18 dollari, dopo essersi ripreso dal minimo di oltre tre mesi di 1,175 dollari toccato a luglio.
Bene anche le Borse, dal FTSe Mib italiano al DAX indice tedesco. Gli investitori si aspettano che la Banca centrale europea rimarrà accomodante per diverso tempo ancora, dopo che i politici si sono impegnati il ​​mese scorso a mantenere i tassi di interesse a livelli record ancora più a lungo nel tentativo di riportare l'inflazione al suo obiettivo del 2%.

lunedì 15 marzo 2021

Eurozona, l'Italia ha pagato meno di 2mila euro ai cittadini per fronteggiare la crisi

Per contenere gli effetti economici della crisi pandemica, a ciascun italiano - in media - lo Stato ha sussidiato meno di 2mila euro. E' questa la somma calcolata dal centro studi della Cgia, che ci pone al di sotto della media dei paesi della Eurozona. Nell'area euro infatti l'importo medio a beneficio dei cittadini è stato di 2.518 pro capite.

Confronti tra Italia ed Eurozona

Nel calcolo sono stati inclusi bonus economici, erogazioni per la cassa integrazione, assunzioni/investimenti nella sanità, sospensione e taglio delle tasse, ristori, sussidi, contributi a fondo perduto. Così si arriva ad una somma di 1.979 euro, ossia 539 euro in meno rispetto alla Eurozona, nonostante siamo stati la nazione col maggior numero di vittime a causa del Covid e quella che ha subito uno dei peggiori tracolli del proprio PIL.

Tra gli altri paesi della Eurozona, siamo nettamente indietro rispetto all'Austria, che ha erogato ben 3.881 euro per ogni abitante (+1.902 euro rispetto a noi). Ma ci distanziano anche Belgio (3.688 euro), Paesi Bassi (3.443 euro), Germania (2.938) e Francia (2.455). L'unico paese che si allinea al nostro in coda alla classifica, è la Spagna, con 1.977 euro pro capite.

Nuovo scostamento per il decreto sostegno

Eppure l'Italia è al tempo stesso il Paese della Eurozona che ha potuto beneficiare del maggiore scostamento del deficit pubblico, pari a 118 miliardi. Se ci confrontiamo con la Spagna - che ha erogato lo stesso importo pro capite nostro - ha però fatto uno scostamento di 93 miliardi, ben 25 in meno.

Quest'ultimo aspetto è rilevante, alla luce del fatto che un ulteriore scostamento di 32 miliardi, consentirà l’approvazione del “decreto Sostegno”. E' evidente però che bisognerà fare molto meglio di quanto fatto finora. Gli indennizzi economici che sono stati erogati finora, soprattutto alle attività commerciali che sono state costrette a chiudere, sono arrivati in grave ritardo e sono stati del tutto insufficienti.

lunedì 1 febbraio 2021

Eurozona, manifattura ancora in espansione. Euro-dollaro stabile

Giornata di dati macro per la Eurozona, anche se il vero clou probabilmente si avrà domani quando sarà pubblicato il dato relativo al PIL.

Manifattura e occupazione nella Eurozona

Nel frattempo Markit ha informato che l'indice PMI manifatturiero della Eurozona nel mese di gennaio ha toccato i 54,8 punti dai 54,7 della lettura preliminare. Il valore segna un calo rispetto al precedente 55,2 punti, ma tuttavia per il settimo mese consecutivo c'è stata una espansione (il valore di 50 dell'indicatore fa da spartiacque fra recessione ed espansione).

A livello nazionale, il PMI in Italia si è portato a 55,1 punti, ai massimi da 34 mesi. Male quello tedesco, che scende al livello minimo da 4 mesi. L'unico dato negativo tra i grandi d'Europa è la Spagna a 49,3.

Lavoro nell'area

Dati importanti anche dal fronte del lavoro della Eurozona. Eurostat infatti evidenzia che il tasso di disoccupazione destagionalizzato si ferma all'8,3%, come si aspettavano gli analisti.  L'Eurostat stima 16 milioni di disoccupati nell'UE a dicembre, di cui 13,7 nell'area euro. Rispetto a dicembre 2019, la disoccupazione è aumentata di 1,95 milioni di unità nell'UE e di 1,5 milioni nell'Eurozona.

PIL e cambio euro-dollaro

Questi dati non hanno smosso granché il mercato valutario. L'euro-dollaro si agita verso 1,21, con variazione leggera e un Adx indicatore trading forex che non fornisce grandi indicazioni.

Secondo gli analisti quello che desterà molto interesse è il dato sul PIL area euro del quarto trimestre, atteso di nuovo in contrazione. Gli operatori di mercato confronteranno questo dato con quello americano uscito la settimana scorsa. Se le cose dovessero essere peggio del previsto, ciò dovrebbe contribuire a indebolire ulteriormente l’euro. Tuttavia, se il dato aggregato dovesse sorprendere al rialzo, allora il cambio potrebbe rafforzarsi (qui invece si parla della Lira turca previsioni euro dollaro).

Nel frattempo gli analisti di Goldman Sachs dichiarano di non attendersi un nuovo taglio dei tassi dalla Bce. "Rimaniamo scettici, non sembra una opzione realistica per la BCE, nessuna banca centrale ha effettuato tagli più profondamente negativi o in territorio negativo dall'inizio della crisi Covid".

giovedì 7 gennaio 2021

Banca centrale europea, ecco cosa dice l'ultimo bollettino economico

Anche se l'avvio della campagna vaccinale consente un tiepido ottimismo, tanto da poter parlare di "prospettive incoraggianti", secondo la Banca Centrale Europea non si puà stare ancora tranquilli. La BCE infatti sostiene che la pandemia pone ancora gravi rischi per la salute pubblica e per le economie dell'area dell'euro e del resto del mondo.

Cosa dice il Bollettino della Banca centrale europea

E' quanto si legge nell'ultimo Bollettino economico. Secondo la Banca Centrale Europea c'è un aspetto nuovo che va considerato. Infatti le ripercussioni della crisi sanitaria sull'economia e sull'inflazione (debole), saranno più prolungate di quanto previsto in precedenza.

Gli economisti della Eurotower prevedono infatti che ci sarà un altro calo significativo dell'attività nel quarto trimestre, anche se non sarà forte come quello avvenuto nel secondo trimestre di quest'anno. In special modo è il settore dei servizi ad essere gravemente frenato dai nuovi aumenti dei casi.

L'occupazione farà passi indietro

Anche sotto il profilo occupazionale, ci si aspettano ulteriori frenate. La BCE registrava progressi nel terzo trimestre, ma si aspetta che la situazione peggiori di nuovo. Infatti i numeri della disoccupazione hanno ripreso a salire in alcuni Paesi, come conseguenza delle ultime misure restrittive.

Forse ti può interessare: la crescita del Pil nel 2021 non compenserà il crollo del 2020.

Ruolo della BCE

La banca centrale europea ritiene che l'evoluzione della crescita rimane ancora fortemente connessa con quella della pandemia, e di conseguenza all'efficacia che avranno le campagne vaccinali. Tuttavia, ammonisce che "ci vorrà del tempo prima che si raggiunga un'immunità diffusa e l'area dell'euro e l'economia globale siano in grado di tornare alla normalità".

In questo clima di incertezza, la BCE farà la sua parte. In particolare assicura che le condizioni monetarie accomodanti saranno ancora a sostegno della domanda interna, mentre le misure fiscali e occupazionali in corso dovrebbero continuare a sostenere i consumi privati.

venerdì 13 novembre 2020

Eurozona, rimbalzo importante del PIL. Ma i contagi da Covid continuano a tenere in apprensione

Sfilza di dati macro per la Eurozona, prima del weekend. L'economia dell'area realizza un balzo poderoso, con una crescita che - secondo le stime preliminari - non si era mai vista dall'inizio delle serie temporali nel 1995.

Dati macro sulla Eurozona

Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, ha annunciato oggi che il Prodotto interno lordo (Pil) ha segnato nel terzo trimestre un +12,6%. Il valore è in crescita rispetto al -11,8% del secondo trimestre. Quest'ultimo era stato contrassegnato dal pesanitssimo contraccolpo dovuto al lockdown primaverile in quasi tutta la Eurozona.
Benché si tratti del dato migliore dall'inizio della serie nel 1995, è risultato peggiore rispetto alle attese degli analisti, che si aspettavano un +12,7%. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, il pil ha segnato una flessione del 4,4% nell’area euro e del 4,% nella Ue.

Bilancia commerciale e lavoro

Per quanto riguarda la bilancia commerciale, l'Eurozona segna 24 miliardi di euro contro i 21,9 precedenti rivisti a 21mld e i 22,5 mld attesi. Eurostat ha evidenziato che le esportazioni sono cresciute del 4% al mese, mentre le importazioni del 2,7%.

Aumenta intanto l'occupazione nella Eurozona. Il numero di occupati è infatti cresciuto dello 0,9% su trimestre fino a settembre 2020, riprendendosi da un calo senza precedenti del 2,9% nel periodo precedente. Anche in questo caso, si tratta del maggiore aumento dalla serie iniziata nel 1995. Anno su anno, l'occupazione è diminuita del 2%, dopo un calo del 3,1% nel secondo trimestre.

Nota: puoi vedere come impattato queste notizie sul Dax, consultando un sito specializzato sulla borsa tedesca.

Euro poco mosso

Sul fronte valutario, questi dati non stanno avendo grande impatto sull'euro, già bloccato dai migliori indicatori forex affidabili. La valuta unica è scambiato verso 1,18, dopo aver raggiunto il massimo di oltre due mesi a 1,19 nella giornata di lunedì.

Gli investitori rimangono preoccupati per l'aumento dei casi di COVID-19. La Germania ha evidenziato 23.542 nuovi casi venerdì, il numero più alto dal inizio della pandemia. La Francia ha superato la Russia diventando il quarto paese più colpito al mondo.
Nel frattempo, la presidente della BCE Lagarde ha accennato a ulteriori stimoli già a dicembre, affermando che l'impatto della pandemia continuerà probabilmente a pesare sull'attività economica anche nel 2021.

venerdì 3 aprile 2020

Eurozona, sfilza di dati macro negativi per effetto dell'epidemia di covid-19

Gli effetti della pandemia si cominciano a vedere in tutta la loro evidenza nei dati macro. Questa mattina sono stati resi noti quelli relativi all'Indice IHS Markit PMI della Produzione Composita, che ha registrato il maggiore crollo mensile per la Eurozona. Il dato segna il record storico minimo di 29,7, dopo che a febbraio era stato di 51,6. Ricordiamo che sotto la soglia di 50, significa contrazione.

Dati pesanti per la Eurozona

Il Covid-19 sta quindi avendo un pesante effetto sull'economia del settore privato dell'eurozona. Per il manifatturiero è stata registrata la 14esima contrazione mensile consecutiva, stavolta la peggiore da aprile 2009. L'Indice PMI IHS Markit dell'Attività Terziaria dell'eurozona di marzo è crollato indicando il nuovo record minimo di 26,4.

Se guardiamo alle singole nazioni, si ha una sfilza di record negativi. In Spagna il Pmi servizi crolla a minimo storico, marzo a 23,0 da 52,1 febbraio. Anche in Italia il settore dei servizi ha subìto un crollo record, è infatti sceso a 17,4 da 52,1 di febbraio. In Germania l'Indice IHS PMI dei servizi a marzo si è attestato a 31,7 punti rispetto ai 52,5 di febbraio, anche qui su livelli minimi record. Anche in Francia nuovo record a 28,9 punti (in pesante flessione rispetto ai 52,6 punti di febbraio).

I riflessi sui mercati

Sul mercato valutario, in attesa dei dati Usa, la diffusione della pandemia fa avanzare il biglietto verde, considerata la moneta più liquida del mondo. L'euro apre in calo a 1,0845 dollari e 117,08 yen. Cresce il dollaro/yen a 107,97. Anche le previsioni dollaro franco svizzero sorridono al biglietto verde. Intanto lo spread tra Btp e Bund segna 190,7 punti base, sul livello della chiusura di ieri, con un rendimento del decennale italiano all'1,45%.

Chi sa come fare trading sul forex ben comprende che l'impatto del Coronavirus - il cui numero di contagiati ha superato la soglia di 1 milione - continua e continuerà ancora per diverso tempo ad essere il freno per l'intera economia globale, nonché il vero driver dei mercati finanziari.

martedì 1 ottobre 2019

Eurozona, flop del settore manifatturiero. Torna l'incubo recessione

La situazione della Eurozona continua a manifestare dei segnali di debolezza. Sono infatti peggiorate in modo forte le condizioni operative del settore manifatturiero dell'area euro, mentre la valuta unica scivola sotto quota 1.09 contro il dollaro americano.

Gli ultimi dati sull'Eurozona

L'indice finale IHS Markit PMI del Manifatturiero dell'Eurozona, che già era in area contrazione ad agosto - quota 47 punti - è ulteriormente sceso fino a 45,7 punti, raggiungendo il livello più basso da ottobre 2012. Per l'ottavo mese di fila, questo indice si trova al di sotto della soglia di 50, quella che divide la fase di contrazione da quella di espansione. Riguardo all'Italia, il dato segna 47,8 punti, sul minimo da 6 mesi. Anche in questo caso il consensus è andato deluso (48,2). Malissimo la Germania, il cui PMI scende a 41,7 punti, il dato peggiore da ben 10 anni. Anche la Spagna preoccupa, visto che ha toccato i 47,7 punti, minimo da 77 mesi.

Per quanto riguarda l'inflazione invece, nella zona euro l’indice dei prezzi al consumo a settembre è aumentato dello 0,9% su base annua, leggermente di meno rispetto alla stime ed alla rilevazione di agosto, entrambe pari all’1%. Il dato core, sempre a livello tendenziale, si è attestato all’1%, in leggero aumento rispetto alla precedente rilevazione (+0,9%) ma in linea con le attese del consensus.

Pericolo recessione?

Questi dati macro della Eurozona sono tornati a far storcere il naso all’intero mercato, che torna a chiedersi se sia imminente una recessione. Inevitabilmente, tutto questo ha pesato sul cambio EUR/USD, che rimane sotto pressione e scende al di sotto del minimo biennale, dopo aver infranto un forex rettangolo di continuazione.

Consiglio: se siete decisi a tuffarvi nel mondo degli investimenti online, cercate di capire bene i concetti di broker stp o ecn differenze, punti di forza e debolezza.

La situazione della Eurozona rende possibile un nuovo intervento da parte della BCE, che potrebbe aggiungere ulteriori stimoli dopo il taglio dei tassi del mese scorso e l'annuncio dell'acquisto di obbligazioni. E tutto questo inevitabilmente pesa sull'euro.

mercoledì 23 maggio 2018

Eurozona, delude il PMI: siamo ai minimi di un anno e mezzo

Arrivano brutte notizie per l'economia dell'Eurozona. Secondo gli ultimi dati pubblicati questa mattina, a maggio l'attività dell'intera area ha toccato i minimi da un anno e mezzo. A "raccontarlo" è l'Indice PMI IHS Markit Composito, che si è posizionato a maggio a 54,1 punti. Si tratta di un dato comunque maggiore della soglia che divide espansione da recessione, ma è in calo dai 55,1 punti di aprile e al di sotto anche delle previsioni del mercato che erano a quota 55 punti.

I dati PMI dell'Eurozona

eurozona pmi markitPer quanto riguarda le aziende manifatturiere dell'Eurozona, è stato rilevato il livello di incremento minore degli ultimi 18 mesi. Il PMI di questo settore infatti indica una diminuzione dal valore dai 56,2 di aprile ai 55,5 punti attuali. Sono state deluse anche le aspettative degli economisti, che indicavano un livello di 56,1 punti. Anche in questo caso siamo oltre la soglia di espansione a 50 punti.

Giunge al valore minimo degli ultimi 16 mesi il settore servizi, con il relativo PMI delle attività terziarie che a maggio si porta a 53,9 dai 54,7 punti di aprile e del consensus. Per quanto riguarda il settore terziario invece, l'afflusso di nuovi ordini è scivolato ai minimi in otto mesi. A livello di singole economie, la crescita ha denotato un forte rallentamento in Francia (ai minimi da 16 mesi)  e anche in Germania (ai minimi da 20 mesi).

Secondo Chris Williamsson, capo economista di Markit, l'andamento del PMI di maggio evidenzia dei risultati deludenti che però vanno interpretati alla luce anche del fatto che a maggio gli affari sono stati influenzati negativamente da un numero anormale di giorni festivi. Insomma il campanellino d'allarme è suonato, ma non è ancora il caso di fasciarsi la testa. Nonostante poi ci sia stata una discesa forte, l'indagine resta ad un livello coerente con una crescita economica dell'eurozona ad un tasso rispettabile di appena più dello 0.4% nel secondo trimestre.

giovedì 8 febbraio 2018

BCE, il Bollettino vede nell'Eurozona una espansione "solida e generalizzata"

La BCE instilla ancora una bella dose di ottimismo nel vecchio Continente. Il bollettino economico della Eurotower infatti evidenzia una dinamica della crescita forte e generalizzata. L'economia europea infatti ha continuato a marciare a un ritmo sostenuto, accelerando finanche il passo nella seconda parte del 2017. E secondo il consiglio direttivo, questa crescita riuscirà a spingere anche l'inflazione in prossimità dell'obiettivo al 2%. Riguardo invece ai fattori di rischio, essi sono rinvenibili in fattori di carattere globale e negli andamenti dei mercati valutari.

Il quadro della BCE


La BCE quindi conferma che l'Eurozona vive una ripresa robusta. La BCE si auto-elogia per le sue misure di politica monetaria, che continuano a sostenere la domanda interna. Sul fronte dei consumi interni, si registra una forte ripresa grazie alla crescita dell’occupazione, a sua volta trainata dalle riforme messe in atto sul mercato del lavoro. Buone notizie anche per quanto riguarda gli investimenti delle imprese, spinti dalle condizioni di finanziamento favorevoli e della solida domanda. Inoltre l'espansione economica diffusa a livello globale sta dando impulso anche alle esportazioni.

Il rischio, come già detto e ribadito altre volte da Draghi, è nella recente volatilità del tasso di cambio. Un euro troppo forte potrebbe innescare un meccanismo frenante su tutti i fattori visti in precedenza. E in special modo spingere giù l'inflazione. il Consiglio Direttivo ha confermato che è necessario continuare a fornire un grado elevato di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%.

E l'Italia? L'accenno del bollettino riguarda l'ampliarsi del differenziale dei rendimenti sui titoli di Stato, che viene imputato alle percezioni del mercato sull'acuirsi dell'incertezza politica.

domenica 10 dicembre 2017

Eurozona, oltre i dati macro c'è la fiducia ritrovata di imprese e famiglie

Sono discrete le prospettive per l'Eurozona nell'immediato futuro. Gli ultimi dati macro economici che sono stati resi noti confermano una tendenza assolutamente positiva. Come è positivo il clima che si respira tra le imprese e le famiglie, che sono sempre più fiduciose di essere uscite fuori dalla grande crisi iniziata qualche anno fa. Secondo le ultime rilevazioni, l'indice di fiducia delle imprese e delle famiglie ha raggiunto il livello più alto da un decennio a questa parte. E il vento positivo si può notare anche solo guardando l'andamento dell'euro. Basta decidere quale piattaforma trading scegliere e poi aprire un grafico che coinvolga l'euro come valuta: si vedrà una crescita impetuosa negli ultimi mesi.

I dati incoraggianti dell'Eurozona

Riguardo i dati macro dell'Eurozona, sono stati molto positivi i dati relativi al PIL del terzo trimestre. La stima per la crescita 2017 dell’area euro si attesta tra il +2,2% e il +2,3%. A fungere da traino sono Germania (+2,6%) e Spagna (+3,1%) , ma non hanno deluso le aspettative ne' Francia (+1,7%) ne' Italia (+1,6%). Riguardo alle prospettive future c'è un cauto ottimismo. La crescita nel 2018 infatti potrebbe essere tra il +1,9% e il + 2,0%, mentre l'anno seguente il PIL potrebbe aumentare ancora del +1,7%. L'area dell’euro quindi rimane economicamente vivace.

Ci sono tre settori che danno il senso di questo rinnovato ottimismo. Quello immobiliare, uno dei più duramente colpiti durante la grande crisi. Quello degli investimenti industriali e quello del mercato del lavoro. Inoltre la spesa dei consumatori sta crescendo ormai al ritmo precedente alla crisi. In questo contesto, la BCE ha annunciato che ridurrà il ritmo del suo programma di acquisto di asset, anche se per un bel po' non vedremo l'aumento dei tassi.

Dal punto di vista valutario, la settimana appena conclusa ha visto durante la prima parte la reazione del Dollaro (chi fa forex trading studi bene quali sono i broker con spread più bassi forex). In chiusura di settimana, però, l’Euro ha mostrato nuovamente in muscoli non riuscendo a recuperare tutte le perdite, ma andando a recuperare l’importantissimo supporto in area 1.1851.

martedì 5 dicembre 2017

Eurozona, bene i PMI ma le vendite al dettaglio calano

La ripresa economica dell'area Euro continua. Gli ultimi dati macro confermano le buone sensazioni sull'Eurozona, anche se non mancano le spine. L'indice Pmi composito infatti si è attestato a 57,5 punti, andando oltre le aspettative che erano di 56. Anche l'indice del settore dei servizi è andato in miglioramento, attestandosi a quota 56,2 punti, sopra i 55 del mese precedente. Notizie confortanti anche dall'esame dei dati riferibili ai singoli stati, con la Francia oltre quota 60, la Germania a 54,3 e l'Italia a 54,7 punti (meglio quindi dei 52,1 di ottobre).

Dati macro della UE

I messaggi che ci mandano i PMI dell'Eurozona sono quindi confortanti, e dimostrando che l'economia europea è solida. Non ci sono quindi segnali che possa cambiare lo scenario di qui nel breve periodo. Anche il mercato valutario è stato tranquillo, senza animosità sul cambio. La coppia Eur-Usd viaggia verso 1,186 come abbiamo visto sui broker con spread bassi forex.

Lo scenario complessivo dimostra quindi che l'attività economica dell'Eurozona non ha risentito di alcune incertezze politiche che si vivono in molti Paesi. Il riferimento è in special modo a Germania e Spagna, ma in prospettiva anche l'Italia. Malgrado ciò rimane ancora molto diffusa l'opinione secondo la quale l'incertezza porterebbe ad una maggiore avversione al rischio nelle scelte politiche e ad un conseguente rallentamento della crescita economica.

Meno positivi sono invece i dati sul commercio al dettaglio, che a ottobre è sceso dell'1,1%. Questo dato segue il +0,8 per cento di settembre. Secondo i dati disaggregati forniti da Eurostat, l'indice ha risentito in special modo della dinamica negativa registrata nei settori di abbigliamento e calzature (-3,1% su base mensile).

Tornando al mercato valutario, si può vedere che il dollaro conferma la propria debolezza a favore della moneta unica. Chi sfrutta i forex bonus senza deposito ha avuto buone performance puntando sull'euro negli ultimi giorni. La coppia EUR/USD si mantiene infatti sopra riferimenti tecnici significativi a 1,18 circa, che è la base del canale che descrive l'ascesa vissuta da inizio novembre. Si conferma quindi la tendenza rialzista di brevissimo termine.

lunedì 31 ottobre 2016

Eurozona: inflazione in crescita secondo le attese. Ma l'euro non prende vigore

I prezzi registrano un'accelerazione a ottobre, facendo così felice la BCE che finora ha difeso strenuamente la propria politica monetaria, fatta soprattutto di atteggiamenti accomodati, tassi di interesse bassi e Quantitative Easing. I primi dati macro della settimana sono tutto sommato positivi per l'Eurozona, anche se non entusiasmanti.

I dati su inflazione e PIL nell'Eurozona


L'inflazione ha dato un segnale di ripresa, coerentemente a quelle che erano le aspettative degli analisti. Secondo le rilevazioni dell'Ufficio statistico europeo (Eurostat), la stima flash per ottobre riporta un tasso di inflazione in aumento dello 0,5% su base tendenziale, quando il mese scorso lo stesso dato registrava un +0,4%.
L'inflazione "core" (depurata cioè di energia, cibo e tabacchi, rimane stabile allo 0,8% come a settembre ed in linea con il consensus.

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Altri due dati macro sono stati resi noti questi mattina, e riguardano entrambi il PIL dell'Eurozona. Anche in questo caso le rilevazioni sono state perfettamente in linea con le aspettative, e anche uguali ai valori registrati nel periodo precedente. Nel terzo trimestre il PIL è salito del 1,6% su base annuale, mentre se l'orizzonte si sposta su base trimestrale l'incremento è stato dello 0,3%.

Nel Forex l'euro non riesce però a prendere vigore nei confronti delle altre major. In base ai dati della piattaforma di trading AvaTrade (recensione, bonus e opinioni sono qui) vediamo che questa mattina la valuta unica ha viaggiato sotto i massimi registrati dal 20/10 contro il dollaro, toccati venerdì sera a 1,0991. La coppia valutaria Eur/Usd viaggia al momento a quota 1,0950 circa, mentre hanno segno negativo anche i cross Eur-Gbp (-0,17%) e Eur-Jpy (-0,19%).

Consiglio: quando si opera nel Forex, bisogna fare attenzione a rivolgersi ai broker autorizzati Consob, o comunque verificare che tipo di regolamentazione o autorizzazioni hanno gli operatori. 
Nelle settimane scorse, il governatore Mario Draghi ha continuato a sostenere la politica monetaria che la BCE sta portando avanti da tempo, annunciando che il programma di quantitative easing andrà avanti, se necessario, anche dopo la scadenza di marzo 2017.

domenica 9 ottobre 2016

Eurozona, Italia prossimo paese a uscire. Parola del Nobel Stiglitz

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 nonché consigliere di Hillary Clinton, è convinto che il prossimo paese a dire addio all'Eurozona sarà l'Italia. Il motivo è che gli elettori italiani si stanno rendendo conto che la nostra economia nell’Area Euro non funziona.

Il futuro difficile dell'EuroZona

Difficilmente - secondo il premio Nobel - tra dieci anni l’Eurozona sarà composta ancora da 19 membri. Oltre all'Italia, anche Grecia e Portogallo potrebbero uscire dall’euro.
«La disoccupazione è in aumento, la produzione industriale ristagna e sono sempre di più quelli che lamentano dell’euro. Tutti sembrano sapere quali riforme bisognerebbe fare, ma sono difficili da realizzare. L’errore più grande è stato lanciare l’euro senza avere le infrastrutture politiche ed economiche capaci di gestirlo. È stato un errore strutturale. Gli altri sono stati consequenziali».

Secondo Stiglitz la colpa principale del mancato funzionamento della UE è della Germania. Il paese teutonico infatti si sarebbe intestardito nel portare avanti ricette di austerità fiscale e contraria al completamento dell’Unione bancaria, ovvero all’istituzione della garanzia unica sui depositi. «Credo sia difficile fare le riforme quando il popolo soffre. La Germania invece crede che il tempo migliore per fare le riforme sia proprio quando c’è crisi. Ma io penso che le riforme fatte con la pistola puntata alla testa vengono partorite male».

Tornando all'Italia, Stiglitz dice: «La mia opinione è che al prossimo Referendum costituzionale vincerà il No, che il premier Renzi potrebbe dimettersi e che i partiti che vinceranno il referendum diventeranno più forti. Accelerando così la frattura con l’Unione europea e l’avversione verso l’euro».