Giornata di dati macro per la Eurozona, anche se il vero clou probabilmente si avrà domani quando sarà pubblicato il dato relativo al PIL.
Manifattura e occupazione nella Eurozona
Nel frattempo Markit ha informato che l'indice PMI manifatturiero della Eurozona nel mese di gennaio ha toccato i 54,8 punti dai 54,7 della lettura preliminare. Il valore segna un calo rispetto al precedente 55,2 punti, ma tuttavia per il settimo mese consecutivo c'è stata una espansione (il valore di 50 dell'indicatore fa da spartiacque fra recessione ed espansione).A livello nazionale, il PMI in Italia si è portato a 55,1 punti, ai massimi da 34 mesi. Male quello tedesco, che scende al livello minimo da 4 mesi. L'unico dato negativo tra i grandi d'Europa è la Spagna a 49,3.
Lavoro nell'area
Dati importanti anche dal fronte del lavoro della Eurozona. Eurostat infatti evidenzia che il tasso di disoccupazione destagionalizzato si ferma all'8,3%, come si aspettavano gli analisti. L'Eurostat stima 16 milioni di disoccupati nell'UE a dicembre, di cui 13,7 nell'area euro. Rispetto a dicembre 2019, la disoccupazione è aumentata di 1,95 milioni di unità nell'UE e di 1,5 milioni nell'Eurozona.
PIL e cambio euro-dollaro
Questi dati non hanno smosso granché il mercato valutario. L'euro-dollaro si agita verso 1,21, con variazione leggera e un Adx indicatore trading forex che non fornisce grandi indicazioni.
Secondo gli analisti quello che desterà molto interesse è il dato sul PIL area euro del quarto trimestre, atteso di nuovo in contrazione. Gli operatori di mercato confronteranno questo dato con quello americano uscito la settimana scorsa. Se le cose dovessero essere peggio del previsto, ciò dovrebbe contribuire a indebolire ulteriormente l’euro. Tuttavia, se il dato aggregato dovesse sorprendere al rialzo, allora il cambio potrebbe rafforzarsi (qui invece si parla della Lira turca previsioni euro dollaro).
Nel frattempo gli analisti di Goldman Sachs dichiarano di non attendersi un nuovo taglio dei tassi dalla Bce. "Rimaniamo scettici, non sembra una opzione realistica per la BCE, nessuna banca centrale ha effettuato tagli più profondamente negativi o in territorio negativo dall'inizio della crisi Covid".
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