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mercoledì 6 aprile 2022

Ricchezza, la classifica di Forbes incorona Musk, Bezos al secondo posto

Come ogni anno, la rivista Forbes ha stilato la classifica della ricchezza individuale. E quest'anno c'è un sorpasso in vetta. Elon Musk infatti è diventato l’uomo più ricco del mondo, superando il patron di Amazon, Jeff Bezos, che aveva guidato il ranking degli ultimi quattro anni.

La graduatoria della ricchezza individuale

In base ai dati, il visionario imprenditore australiano possiede circa 219 miliardi di dollari. Nell'ultimo anno ha accresciuto di 68 miliardi di dollari la sua fortuna, soprattutto grazie a Tesla. Infatti le azioni della sua compagnia di auto elettriche - una delle aziende famose nel mondo - sono cresciute del 33%.

Grazie a queste cifre, Musk ha superato per la prima volta Jeff Bezos, penalizzato dal calo del 3% delle azioni Amazon. Va però anche aggiunto che Bezos ha alleggerito la sua ricchezza con delle generose donazioni di beneficenza. Alla fine l'effetto di questi due fattori ha cancellato 6 miliardi di dollari dal patrimonio netto di Bezos.

Il resto della Top10

Dopo i due Paparoni, in classifica c'è il magnate francese dei beni di lusso Bernard Arnault. La sua ricchezza personale è salita in un anno di 8 miliardi di dollari.
Il resto della Top10 comprende Bill Gates, Warren Buffett, Larry Page, Sergey Brin, Larry Ellison, Steve Ballmer e l'indiano Mukesh Ambani.

Complessivamente, il più alto numero di miliardari si trova negli USA. Sono ben 735, in salita rispetto ai 724 dello scorso anno. Al secondo posto per ricchezza c'è la Cina con 607. L’India ne ha 166.
Va segnalato che sono usciti dalla graduatoria 34 miliardari russi, a causa delle sanzioni occidentali e del crollo del valore delle azioni e del rublo (chi sa fare trading con i volumi nel forex sa di cosa parliamo), seguiti al conflitto in Ucraina.

In Italia

E l'Italia? Nel nostro Paese la leadership della ricchezza va al "papà" della Nutella, Giovanni Ferrero. La sua fortuna è stimata in 36,2 miliardi di dollari (36mo posto della classifica globale).
Sul podio italiano ci sono Leonardo del Vecchio con 27,3 miliardi e Giorgio Armani con 7,8 miliardi.

venerdì 4 dicembre 2020

Mercato petrolifero: a gennaio meno tagli per 500mila barili al giorno. WTI ai massimi da 9 mesi

I giorni scorsi sono stati molto intensi per il mercato petrolifero, per via del meeting in videoconferenza dell'Opec+. Sul tavolo della discussione dei produttori c'era la questione dei tagli alla produzione. E qualche straccio è volato perché non tutti erano concordi nel proseguire il periodo di contenimento dell'output.
Alla fine un accordo è stato raggiunto a metà strada. A gennaio la produzione si alzerà, ma solo di 500mila barili al giorno.

Le novità sul mercato petrolifero

Per effetto di questo micro-tapering, l'ammontare dei tagli alla produzione sul mercato petrolifero non sarà più di 7,7 milioni di barili, bensì di 7,2 milioni. Si tratta cioè di un accordo che toglierà dal mercato circa il 7% della produzione globale.
L’Opec+, alleanza tra paesi Opec e non Opec come la Russia, grazie alla riduzioni di output concordate mesi fa, ha permesso al petrolio di non affogare.
A maggio la prima riduzione concordata fu di 9,7 milioni di barili al giorno, poi scesi a 7,7 milioni dallo scorso agosto.

La reazione dei prezzi

La decisione presa dall'Opec+ ha consentito un rafforzamento dei prezzi sul mercato petrolifero.
Le quotazioni del Wti sono arrivate a superare i 46,5 dollari al barile, sui massimi degli ultimi nove mesi, con l'RSI che va in ipercomprato (qui è spiegato il calcolo indicatore RSI trading).
Il Brent del Mare del Nord si è portato in prossimità dei 50 dollari.

Il clima nel OPEC+

Ma non è tutto oro (nero, ovviamente) quello che luccica. L'intesa apparentemente mostra una conciliazione all'interno del Cartello allargato, dopo le frizioni dei giorni scorsi che avevano messo in serio pericolo un nuovo accordo. In realtà però le divergenze persistono tra i grandi player del mercato petrolifero, a cominciare dai due pesi massimi come Arabia Saudita e Russia. I sauditi volevano lasciare i tagli esattamente com'erano, i russi invece avrebbero voluto un allentamento maggiore, per annaffiare con più mercato il petrolio (con l'appoggio di Iraq, Nigeria ed Emirati Arabi Uniti). E' stato un po' come fare trading con i volumi.
A questo si aggiungano che alcuni paesi continuano a fare i "fuorilegge". Secondo alcune stime, queste violazioni ammontano complessivamente a 2,3 milioni di barili al giorno.

Rimangono quindi alcuni dubbi riguardo al futuro del mercato petrolifero, che comunque sarà pesantemente indirizzato dalla pandemia. La possibile uscita dalla crisi sanitaria porterebbe a un aumento della domanda di greggio, mettendo l'Opec+ nelle condizioni di ridurre i tagli a 5,8 milioni di barili, come era stato ipotizzato in aprile. Ma per adesso bisogna andare avanti così.