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martedì 22 gennaio 2019

Economia mondiale, per il FMI l'Italia rappresenta un rischio

Il Fondo Monetario Internazionale dà una dura scudisciata all'Italia, che viene inclusa dal FMI come possibile fattore di rischio per l'economia mondiale.

L'outlook sull'economia mondiale

Nella versione aggiornata del World Economic Outlook presentato a Davos, l'organismo internazionale ci accomuna a Brexit al primo punto fra i principali fattori di rischio per l'economia globale (Nella lista ci sono anche i negoziati commerciali tra Usa e Cina). Più precisamente preoccupano "il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia".

Secondo il FMI la crescita del nostro Prodotto interno lordo dovrebbe essere dello 0,6% nel 2019, ovvero molto meno dell'1% stimato dal ministero dell'Economia (viene mantenuta allo 0,9% per l'anno successivo). La stessa previsione era stata fatta anche nel Bollettino economico della Banca d'Italia, che fu molto contestato dal governo. Va aggiunto che lo stesso FMI, a ottobre scorso aveva previsto anch'esso una crescita all'1%. A zavorrare il PIL italiano dovrebbe essere la debole domanda domestica, nonché i maggiori costi di finanziamento del debito pubblico (legati ai rendimenti dei titoli di stato elevati).

Italia in buona compagnia

Va detto che la frenata dell'economia italiana non è certo vista come un caso isolato. Il contesto internazionale è diffusamente fosco, tant'è che anche la Germania subisce una bella sforbiciata (-0,6%) dalle previsioni sulla crescita. Nel complesso, l'Eurozona subisce un calo dello 0,3% nel Pil 2019. Tuttavia, il nostro 0,6% ci relega all'ultimo posto tra i paesi dell'Eurozona (dove spicca la  Spagna con un +2,2%.

Alle considerazioni sui rischi per l'economia mondiale contenute nel WEO hanno subito risposto i massimi esponenti del governo italiano. Per il vicepremier Matteo Salvini «è il Fmi che è una minaccia per l'economia». Di Maio osserva velenoso: «Al Fmi ha già risposto il presidente della commissione europea Juncker, parlando dell'austerità avventata proprio perché si sono fidati dell'Fmi sulla Grecia». Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, invece ha commentato che «Il Fondo monetario sbaglia. Non credo che l'Italia sia un rischio né per l'Ue né globale, in realtà il rischio viene dalle politiche consigliate dal Fmi».

mercoledì 11 ottobre 2017

Economia italiana in crescita, il FMI rivede le stime al rialzo

L'Italia migliora, secondo il Fondo monetario Internazionale. L'organismo internazionale ha pubblicato il suo World Economic Outlook in occasione dei lavori autunnali di Fmi e Banca mondiale. In esso è contenuto il quadro complessivo della crescita economica globale, dove si evidenziano dei progressi (sia negli USA che nell'Eurozona) rispetto all'ultimo report che era stato ad aprile scorso.

I dati del FMI sull'economia italiana


A livello globale la crescita è stato rivista al rialzo da +3,6% per il 2018 a +3,7%. Nonostante il quadro generale più ottimistico, secondo il FMI continuano a rimanere alcune zone d'ombra perché la ripresa è ancora vulnerabile e continua a manifestare fattori di rischio serio. Come detto, vanno complessivamente bene sia Europa che USA, mentre la Cina continua a crescere a ritmi sostenuti. Tuttavia è l’India il paese dove si registra la crescita maggiore: oltre il 7%.

Se guardiamo all'Eurozona, il FMI evidenzia una crescita del PIL di 0,2% in più rispetto alle precedenti previsioni. Nel 2017 la crescita è al 2,1%, mentre nel 2018 sarà di 1,9%. Si assottiglia inoltre la distanza con gli Stati Uniti, che crescono quest’anno del 2,2% (+0,1 punti) e il prossimo del 2,3% (+0,2 punti). Tra i dati spicca quello relativo alla Gran Bretagna, unico paese del Vecchio contenente per il quale le stime vengono riviste al ribasso dello 0,3% per quest’anno. Chiaramente colpa delle incertezze legate alle Brexit.

E l'Italia? Migliora. Dopo il +0,9% del 2016, secondo il Fmi la crescita per l’anno in corso arriverà all’1,5% (+0,2%), mentre per l'anno prossimo toccherà l’1,1% (+0,1%), in quest'ultimo caso più bassa di quella prevista del nostro governo, secondo il quale anche nel 2018 la crescita sarà per un +1,5%. Restando da noi, il debito pubblico dovrebbe salire al 133% del Pil nel 2017, ma calerà al 131,4% nel 2018 e al 120,1% nel 2022. Scenderà anche il nostro deficit, che nel 2018 si porterà all’1,3%.