L'outlook sull'economia mondiale
Nella versione aggiornata del World Economic Outlook presentato a Davos, l'organismo internazionale ci accomuna a Brexit al primo punto fra i principali fattori di rischio per l'economia globale (Nella lista ci sono anche i negoziati commerciali tra Usa e Cina). Più precisamente preoccupano "il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia".Secondo il FMI la crescita del nostro Prodotto interno lordo dovrebbe essere dello 0,6% nel 2019, ovvero molto meno dell'1% stimato dal ministero dell'Economia (viene mantenuta allo 0,9% per l'anno successivo). La stessa previsione era stata fatta anche nel Bollettino economico della Banca d'Italia, che fu molto contestato dal governo. Va aggiunto che lo stesso FMI, a ottobre scorso aveva previsto anch'esso una crescita all'1%. A zavorrare il PIL italiano dovrebbe essere la debole domanda domestica, nonché i maggiori costi di finanziamento del debito pubblico (legati ai rendimenti dei titoli di stato elevati).
Italia in buona compagnia
Va detto che la frenata dell'economia italiana non è certo vista come un caso isolato. Il contesto internazionale è diffusamente fosco, tant'è che anche la Germania subisce una bella sforbiciata (-0,6%) dalle previsioni sulla crescita. Nel complesso, l'Eurozona subisce un calo dello 0,3% nel Pil 2019. Tuttavia, il nostro 0,6% ci relega all'ultimo posto tra i paesi dell'Eurozona (dove spicca la Spagna con un +2,2%.Alle considerazioni sui rischi per l'economia mondiale contenute nel WEO hanno subito risposto i massimi esponenti del governo italiano. Per il vicepremier Matteo Salvini «è il Fmi che è una minaccia per l'economia». Di Maio osserva velenoso: «Al Fmi ha già risposto il presidente della commissione europea Juncker, parlando dell'austerità avventata proprio perché si sono fidati dell'Fmi sulla Grecia». Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, invece ha commentato che «Il Fondo monetario sbaglia. Non credo che l'Italia sia un rischio né per l'Ue né globale, in realtà il rischio viene dalle politiche consigliate dal Fmi».
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