Cresce il numero delle piccole e medie imprese in Italia. L'annuale sull'analisi economico finanziaria della PMI (Cerved 2017) ha fotografato la situazione, che evidenzia uno sprint soprattutto da parte delle microrealtà. Ma di buono c'è anche che è tornata a crescere la propensione a investire, che si può vedere in tutti i settori economici. Inoltre moltissime di queste realtà (52mila) ha un indebitamento modesto e questo rende plausibile un ulteriore aumento della quota investimenti.
Rischio e investimenti PMI
C'è un altro aspetto interessante che viene messo in evidenza dall'analisi. Oltre 170.000 imprese sono solvibili e meritevoli di credito, uno scenario interessante che si scontra con il credit crunch. Circa 43 mila piccole imprese hanno una situazione molto sana, e questo le rende un bacino interessante per chi offre finanziamenti. Ciò anche perché per loro il costo del credito è pari a 4,7%, che equivale a quello di una media impresa rischiosa ed è anche più elevato di quello relativo a una grande impresa rischiosa (2,7%). Insomma, per gli istituti di credito è convenientissimo attingere a piene mani in questo bacino di clienti, e ciò potrebbe stimolare ulteriormente l'incontro tra domanda/offerta di credito per i futuri investimenti.
Non è del resto un caso che il settore del risparmio sta guardando con molto interesse al mercato azionario delle piccole e medie imprese (sviluppatosi grazie ai Piani Individuali di Risparmio - PIR). Va anche aggiunto che le PMI sono favorite dall'attuale impronta molto espansiva della politica monetaria della BCE, che tiene il costo del denaro molto basso da tempo. Risulterebbe quindi molto utile fare in modo che si ampli l'accesso al credito, tenendo conto che l’attuale politica monetaria della BCE non potrà durare ancora a lungo (forse fino alla fine del 2018).
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