Le contestazioni riguardo le tariffe a 28 giorni
Ma oltre alla violazione del divieto di tariffe a 28 giorni c'è altro. Le compagnie non stanno rispettando neppure le normative riguardanti la chiarezza, trasparenza e completezza delle informative agli utenti circa prezzi di rinnovo delle offerte a fronte di modifiche contrattuali. E ancora: anche non viene rispettata la direttiva riguardo il diritto di recesso contrattuale, che dev’essere garantito senza penali ne' costi di disattivazione, anche in caso di recesso da contratti con offerte promozionali. Per tutte queste ragioni, l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni è dovuta intervenire nuovamente contro le compagnie, diffidandole dal perseverare in questi comportamenti.C'è poi anche un nuovo fronte che si sta aprendo. L'Antitrust infatti sta indagando su un presunto accordo che è stato fatto tra gestori. Essi infatti avrebbero concordato di aumentare il canone mensile tutti assieme e con identiche modalità, in modo tale da ottenere lo stesso ritorno economico che avrebbero avuto con la fatturazione a 28 giorni. In sostanza si sarebbero messe d'accordo per distribuire l’importo complessivo su 12 invece che 13 mesi, a danno ovviamente dell'utente. Per questo motivo Tim, Wind Tre, Vodafone, Fastweb e Sky dovranno chiarire ai loro utenti che eventuali aumenti dei costi sono conseguenza esclusiva di scelte aziendali, non del ritorno alle tariffe a 28 giorni.
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