I dati sul mondo delle pensioni
Gli italiani e gli altri cittadini europei sono quasi identici riguardo alla stima di ciò che devono mettere da parte in vista della pensione. Ritengono rispettivamente di dovere destinare il 12,5% o 12,6% delle loro entrate ad una vita futura confortevole. Cambia però notevolmente la percentuale che effettivamente destinano allo scopo. Gli italiani si fermano al 9,8%; mentre gli altri risparmiatori europei riescono ad arrivare al 10,5%. Se il confronto viene fatto non rispetto agli altri paesi europei ma rispetto alla media globale, la differenza è ancora più marcata. Anzitutto la quota da destinare alla serenità futura sale al 14,4%, ma cresce pure la quota che viene effettivamente accantonata allo scopo, che giunge al 12,2%.Un'altra analisi interessante riguarda la quota di reddito lavorativo che si ritiene servirà per vivere serenamente la pensione. Secondo gli italiani avrebbero bisogno di circa l’80% dello stipendio quando lasceranno il posto di lavoro. A livello europeo invece la stima media di fabbisogno scende al 72,4%, poco sotto l'aspettativa a livello globale che in media è del 73,9%.
Il grado di soddisfazione
Il dato più interessante riguarda però la soddisfazione di chi è già in pensione. Solo il 35% di quelli italiani si dichiara pienamente soddisfatto del reddito percepito. In Europa la media sale al 43% la media europea, più o meno simile a quella a livello globale (42%). Proprio questo dato fa riflettere su quanto sia ancora più importante programmare il futuro e cominciare a mettere da parte una quota del reddito in vista della futura pensione. Fa strano scoprire poi che proprio gli anziani italiani continuano ad investire una percentuale significativa del reddito di cui dispongono: il 22% contro il 18% gli europei e il 19% del livello globale.
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