I dati sui consumi bio
Secondo l'analisi, 6 italiani su 10 nel corso dell'ultimo anno ha comprato prodotti bio. Il prodotto più ricorrente sono le uova, seguiti dai panetti croccanti, dalle confetture di frutta, dai sostituti del latte, l’extravergine, il latte fresco, la pasta di semola integrale, farro e kamut, la frutta secca senza guscio, lo yogurt intero e i biscotti.Stimolata da una domanda in costante crescita, anche la produzione nazionale è salita. Adesso è giunta a 1,8 milioni di ettari tra bio e in conversione. Tra le colture con maggiore incremento ci sono gli ortaggi (+48,9%), seguite dai cereali (incremento del 32,6%), la vite (salite del 23,8%) e l’olivo (+23,7%). Dal punto di vista della diffusione geografica, la regione con la superficie maggiore destinata alle coltivazioni bio è la Sicilia (363.639 ettari), cui seguono altre due regioni del Sud: Puglia (255.831 ettari) e Calabria (204.428 ettari).
Consumi bio, occhio alle frodi
La diffusione dei consumi bio ha avuto come effetto collaterale il proliferare di tentativi di frode. Ovvero di commerciare prodotti spacciandoli per biologici quando invece non lo sono. I controlli fatti dai carabinieri dei Nas hanno di recente portato a 100 tonnellate di merce sequestrate e 1.500 confezioni di alimenti non idonei alla commercializzazione, sia per motivi di etichettatura e tracciabilità che per ragioni igienico sanitarie e di superamento dei termini di conservazione.Secondo la legge per essere commercializzato come “biologico” un alimento deve essere stato prodotto da aziende certificate da Organismi autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura che appongono su tali prodotti il loro logo, identificandoli quali biologici. Gli alimenti “biologici” provengono da coltivazioni o allevamenti che utilizzano tecniche agronomiche e zootecniche a basso impatto ambientale, attraverso protocolli produttivi nei quali è vietato o limitato l’impiego di diserbanti, insetticidi o concimi contenenti sostanze di sintesi chimica.
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