Crescita e ostacoli per l'economia agricola
Nel nostro Paese ci sono circa 56 mila imprese agricole gestite da under 35, con un ritmo di crescita da un anno all’altro il ritmo del 5%. Così come è alto il numero di studenti che scelgono la facoltà di Agraria (+15,5% negli ultimi sette anni). Tuttavia l'economia agricola è anche ricca di insidie. Come sottolinea infatti la Corte dei Conti, l'utilizzo utilizzo dei fondi europei per il sostegno al ricambio generazionale in agricoltura e per l’imprenditorialità giovanile rimane insoddisfacente e con effetti restano incerti. Nel periodo che va dal 2014 al 2020, ben 1,9 miliardi di euro avrebbero dovuto essere destinati allo sviluppo rurale orientato al ricambio generazionale.Le difficoltà burocratiche
Il primo problema è il funzionamento della macchina amministrativa, che si muove troppo lentamente e genera molti ritardi nelle spese dei fondi europei destinati ai giovani agricoltori. In special modo sono le Regioni a creare un imbuto amministrativo: bandi emanati in ritardo, procedure farraginose, errata distribuzione delle risorse e scarsa flessibilità. Tutte cose che danneggiano l'economia rurale.Secondo Coldiretti, le Regioni hanno respinto circa 23 mila giovani, che avevano presentato un progetto di insediamento nelle campagne (previsto dai piani di sviluppo rurale finanziati dall’Ue). Soltanto una domanda su tre per l’insediamento in agricoltura è stata accolta. Il 66% invece sono state respinte accolte per colpa degli errori di programmazione della amministrazioni regionali, che ha portato a una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani. Tutto questo peraltro comporta il rischio che tali risorse economiche debbano poi essere restituite a Bruxelles.
A livello geografico, è il Mezzogiorno ad essere più penalizzato dall'inefficienza burocratica. Fa rabbia perché si tratta proprio dell'area dove ci sarebbero tante opporuntità, e soprattutto dove c'è tanto bisogno di occupazione e ci sono più elevati i tassi di fuga dei giovani all’estero.
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