Nell'ultimo periodo i mercati finanziari stanno guardando con un certo timore a ciò che succede in Ucraina. Lo stesso timore lo hanno coloro che sono coinvolti, come produttori o come investitori, nel mercato dell'alluminio.
Cosa c'entra l'Ucraina con il mercato dell'alluminio
Le tensioni tra Mosca e Kiev sono alle stelle, e il rischio di un conflitto armato si fa sempre più concreto. Se la situazione dovesse degenerare ulteriormente, potrebbero esserci delle forti conseguenze sui prezzi delle materie prime, e anche sul mercato dell'alluminio.
In alcuni casi già si vedono. Ad esempio il mercato del petrolio o quello del gas naturale. Chi sa dove fare trading con opzioni binarie in Italia, ha visto che il prezzo del barile è schizzato di nuovo oltre gli 80 dollari al barile, e il Brent si avvicina ai 90 dollari.
Lo scenario tanto temuto
Anche nel mercato dell'alluminio la situazione potrebbe cambiare nel prossimo periodo.
Lo scenario peggiore è quello in cui, di fronte ad una tensione crescente, l'Occidente dovesse reagire imponendo forti sanzioni alla Russia. Ne deriverebbero inevitabili ripercussioni sui mercati dei metalli (appunto l'alluminio), dell'energia e dell'agroalimentare. Ripercussioni che si traducono inevitabilmente in una crescita dei prezzi.
Questo scenario richiama un precedente storico abbastanza recente. Nel 2018 infatti il produttore russo di alluminio Rusal venne colpito da sanzioni statunitensi, che finirono per sconvolgere il mercato dell'alluminio, visto che la Russia è il secondo più grande produttore dopo la Cina.
Il 6% della produzione globale di alluminio primario è in Russia.
Situazione di mercato già complessa
Tenuto conto che il mercato dell'alluminio già sta affrontando un deficit di offerta, non si avverte proprio il bisogno di un ulteriore scossone che aggraverebbe la situazione. Peraltro la conseguenza peggiore la subirebbe l'Europa, uno dei principali sbocchi dell'alluminio russo.
Non è difficile immaginare un importante crescita dei prezzi, che sarebbe devastante soprattutto per le fonderie, che già si trovano ad affrontare il rincaro dei prezzi energetici, che non fanno vedere candele di inversione all'orizzonte. La capacità produttiva dell'alluminio nel vecchio continente potrebbe essere gravemente compromessa.
Uno scenario simile riguarda anche altri metalli come nichel, rame, palladio e platino, di quali la Russia è un grande produttore.
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