Il piccolo e generalmente anonimo Kazakistan ha provocato una scintilla che ha infiammato il mercato del petrolio, spingendo al rialzo i prezzi dell'oro nero (che poi sono volati anche per altri fattori).
Ma ci sono concrete possibilità che un effetto analogo possa averlo anche riguardo ad altre commodity.
Il Kazakistan e le commodity
Nel paese sono scoppiate delle proteste per la crescita dei prezzi del gas liquefatto, una commodity richiestissima giacché serve come carburante per gli autoveicoli.
Il malcontento è cresciuto a dismisura, fino a sfociare in disordini sociali che hanno innescato una durissima repressione e violentissimi scontri. La Russia ha dovuto inviare Forze Armate nella capitale del paese.
La questione delle miniere
Sembra difficile immaginare che un paese così piccolo possa creare altri problemi su larga scala. Del resto non ha un gran peso politico, ne' economico, e la sua moneta - il tenge - non è certo tra le valute più scambiate forex. Eppure c'è una cosa importante: l'attività mineraria kazaka, che è bene ricordarlo è estremamente attiva.
Fornitore di rame, zinco e uranio
Il Kazakistan Infatti è un grande produttore di minerali e metalli raffinati. Il suo principale partner commerciale è la Cina, dove esporta grandi quantità di metalli.
In special modo rame, rame raffinato, zinco e zinco raffinato. Il Kazakistan e altresì il più grande produttore mondiale di uranio. Alcune di queste commodity possono essere negoziate, a patto di sapere come usare Pocket option broker in Italia. Ma il Kazakistan ha come principale partner economico-commerciale anche l'Unione Europea, con la quale, unico Paese dell’Asia centrale, ha sottoscritto un Accordo di partnership e cooperazione rafforzata.
La preoccupazione fondata
Finora disordini e proteste non hanno avuto un impatto significativo sulle miniere kazake. Ma è giustificata la preoccupazione che, nel caso riesplodesse la rivolta sociale, anche i prezzi di queste commodity potrebbero risentirne.
Ma non c'è solo questo. Il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha ordinato al governo di stringere la morsa fiscale sul settore minerario, nella speranza di ottenere maggiori entrate fiscali. Se effettivamente dovessero aumentare le tasse a carico delle maggiori società minerarie, inevitabilmente ci saranno le azioni sui prezzi di queste commodity.
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