giovedì 5 gennaio 2023

Banca Centrale USA esclude tagli dei tassi di interesse nel 2023

I mercati finanziari aspettavano con trepidazione la pubblicazione dei verbali relativi all'ultimo incontro di politica monetaria della Federal Reserve. La Banca Centrale USA ha raffreddato le speranze di assistere ad una riduzione del costo del denaro già nel corso di quest'anno.

I verbali della banca centrale USA

Le minute si riferiscono alla riunione di politica monetaria che c'è stata a dicembre, quando la banca centrale USA ha innalzato l'intervallo del tasso sui fondi federali di 50 punti base, dal 4,25 al 4,50%, il livello più alto in 15 anni.
Le proiezioni economiche suggeriscono che il picco dei tassi di interesse sarà più alto di quanto previsto: 5,1% nel 2023, rispetto alla proiezione di settembre del 4,6%.

Annotazione: le decisioni della FED sono importanti nel trading, anche in virtù delle correlazioni forex e valute correlate.

Strette in arrivo

Nonostante il rallentamento del ritmo degli aumenti (50 pb dopo quattro aumenti consecutivi di 75 pb), la Banca Centrale USA ritiene che non sia ancora giunto il momento di allentare la presa.
Secondo i responsabili di politica monetaria, ulteriori aumenti del costo del denaro sono appropriati per cercare di raggiungere l'obiettivo della Fed di stabilità dei prezzi e di massima occupazione. Gli aumenti del costo del denaro che ci saranno in futuro terranno conto non solo dei dati in arrivo, ma anche del fatto che la trasmissione della politica monetaria avviene in ritardo sull'economia reale.

No ai tagli prematuri

Nessuno dei partecipanti al meeting ha sostenuto l'ipotesi di effettuare un taglio al costo del denaro già nel 2023. Anzi, molti membri bel FOMC hanno evidenziato come ci sono precedenti in cui l'uscita prematura dalla politica monetaria aggressiva ha causato più problemi rispetto ad una permanenza più prolungata.
La prossima riunione di politica monetaria della Fed è prevista per il 31 gennaio-1 febbraio. Gli analisti danno una probabilità del 69,2% di un aumento del tasso di 25 punti base, e una probabilità del 30,8% di un aumento del tasso di 50 punti base.

Gli effetti sul dollaro

Nonostante l'aggressività della FED, l'indice del dollaro ha mantenuto il suo recente calo, poiché i segnali aggressivi della banca centrale USA non sono riusciti a scuotere il mercato. Il dollar Index è rimasto attorno quota 104. I migliori indicatori di volatilità trading evidenziano ancora incertezza sul biglietto verde.       
Inoltre un miglioramento della propensione al rischio a livello globale ha ulteriormente pesato sul biglietto verde.

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