martedì 3 gennaio 2023

Consumi, i saldi invernali rischiano il flop

Uno degli appuntamenti più attesi per il mondo del Commercio sono i saldi invernali che sono pronti a scattare in tutta Italia. Ma quest'anno, complice una crisi che spinge a ridurre i consumi, anche i soldi rischiano di fare flop.

Crisi saldi e consumi

Ufficialmente il periodo delle promozioni post natalizie comincerà il 5 gennaio in tutta Italia. Tuttavia in Sicilia sono già cominciati il 2 gennaio, mentre in Valle d'Aosta iniziano il 3 gennaio e in Trentino Alto Adige soltanto il 7 gennaio.

Secondo un'indagine del centro studi Confimprese, quest'anno la riduzione dei consumi da parte delle famiglie spingerà soltanto il 30% ad approfittare delle promozioni invernali, mentre la gran parte si dichiara molto indecisa.

La notizia confortante arriva dalla fetta di coloro che hanno già comunicato l'intenzione di non sfruttare i saldi. Rispetto all'anno scorso, infatti, questa percentuale si è più che dimezzata, scendendo da quasi 19% fino a poco meno del 8%.

Le ragioni di chi decide di non comprare

La maggior parte di loro dichiara come motivazione principale la decisione di risparmiare per acquisti più interessanti in futuro, ma perché l'attuale situazione di crisi economica spinge a ridurre i consumi in generale.
In generale comunque, gli italiani preferiscono destinare i risparmi non agli acquisti di bene voluttuari, ma alle vacanze (soprattutto in Italia).

La spesa

Nonostante la stretta sui consumi, la spesa prevista per sfruttare i soldi dovrebbe aumentare quest'anno fino a €259 per nucleo familiare. Tuttavia soltanto il 6,9% delle famiglie prevede un aumento rispetto allo scorso anno.

I prodotti più richiesti

Tra le categorie merceologiche, abbigliamento-accessori è la principale voce di spesa per il 68,6% delle famiglie, seguita ad ampia distanza dai prodotti igiene e beauty (37,2%) e dall'elettronica di consumo (35,3%). Nei canali di vendita continua la forte progressione dello shopping cittadino, indicato come prima scelta dal 36,3% delle famiglie. Arretrano sia i centri commerciali (39,5%) sia l'online (12,2%).

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