Uno dei gravi problemi dell'Italia è la difficoltà dei giovani di trovare lavoro. Ma non tutti sanno che uno degli aspetti di questo problema non è che le aziende non assumono, bensì che non trovano candidati adeguati. Peraltro non è un problema che si è sviluppato dal nulla, anzi dura da tanti anni e probabilmente continuerà ad aggravarsi.
La fotografia del mercato del lavoro
Ad illustrare la situazione è l’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, dal quale emerge che le imprese hanno grosse difficoltà di reperimento del personale, che si manifestano nel 45,3% dei casi. Si tratta di una percentuale in crescita del 7% rispetto allo scorso anno.Quindi il lavoro ci sarebbe eccome. A dicembre 2022 erano in programma 329.000 assunzioni di nuove risorse da parte delle imprese, e nel trimestre dicembre 2022-febbraio 2023 questo numero sale a 1,2 milioni. Praticamente la stessa cifra di un anno fa, ed anche la stessa cifra che c'era prima dello scoppio del Covid.
Ma alla fine le assunzioni saranno molte di meno, perché il reperimento del personale talvolta è una sfida che si perde. Sembra in base agli ultimi dati, delle 329.000 assunzioni programmate per dicembre, almeno 149.000 saranno difficoltose, se non impossibili.
I profili più difficili da trovare
Le imprese fanno una fatica enorme a trovare personale adeguatamente preparato, e su quei pochi candidati disponibili c'è una folta concorrenza. Le imprese fanno a gara per attirare i “pochi” talenti presenti sul mercato del lavoro.
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Le professioni più difficili da reperire sono gli specialisti nelle scienze della vita (82,7%), i tecnici della salute (62,7%), i tecnici in campo ingegneristico (58,7%), i tecnici di gestione (58,6%) e i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,4%). Ma è un problema anche la ricerca di dirigenti (72,8%), di operatori della cura estetica (69,6%), meccanici, montatori, riparatori e manutentori (69,4%), operai di macchine automatiche e semiautomatiche (61,7%).
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