La situazione dell'industria italiana non procede come sperato. Lo certifica Istat, pubblicando i dati sulla produzione industriale nel nostro Paese, che evidenziano l'esistenza di difficoltà ancora difficili da sperare.
I dati sulla nostra industria
In base al report dell'istituto di statistica, a luglio c'è stato un calo dello 0,9% rispetto al mese precedente. Su base annua invece la discesa è del 3,3%, che rappresenta il 18esimo dato di flessione consecutiva. Per trovare un segno più bisogna risalire al gennaio del 2023 (+ 2,6%).Se guardiamo i primi 7 mesi di quest'anno, l'industria italiana ha segnato un calo della produzione pari al 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo andamento debole riguarda un po' tutta l'industria manifatturiera, visto che tutti quanti i settori sono in rosso, ad eccezione di quello dell’energia, che invece sale di 1,5%.
Situazione shock per auto e tessile
Chi invece se la passa malissimo è il settore automobilistico, dove la produzione cala su base annua del 35%. Sulle industrie del settore si avverte il peso delle casse integrazioni di Stellantis, oltre che di una domanda debole.
Malissimo anche il tessile-abbigliamento, che cede il -18% in termini di produzione a causa del calo negli acquisti. Fra le realtà produttive che hanno accusato il colpo c’è, in particolare, il distretto della pelle di Firenze.
La meccanica, principale comparto manifatturiero italiano, segna un meno 4,3%. Altri settori in grave difficoltà sono legno-carta, impianti, metallurgia, gomma-plastica, farmaceutica e trasporti. Sui sette mesi, si salvano industria chimica (+ 3,9%), alimentare (+ 2,5%) ed elettronica (+ 1,2%).
Il quadro secondo Istat
Analizzando questi dati, Istat evidenzia come l’economia italiana stia mostrando segnali fiacchi, ma comunque di crescita moderata. Merito dei passi indietro fatti dall’inflazione e dalle condizioni ancora solide del mercato del lavoro. Nel complesso, le prospettive per i prossimi mesi sono stabili, ma caratterizzate da una significativa incertezza dovuta soprattutto alle persistenti tensioni geopolitiche in varie aree strategiche, come Ucraina e Medio Oriente.
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