Il settore dell'automotive in Europa continua ad essere afflitto da problemi enormi, che colpiscono indistintamente tutti gli operatori del settore. Nel giro di pochi giorni l'industria dell'auto Europea ha incassato una revisione al ribasso delle stime per il 2024 prima di BMW, poi di Volkswagen e infine di Stellantis.
Questo fornisce un quadro complessivo di quanto sia grave la situazione (non a caso hanno cominciato a circolare di nuovo dei rumors su possibili fusioni tra aziende, ad esempio Stellantis e Renault).
Cosa succede all'industria dell'auto
Le difficoltà che hanno colpito l'industria dell'auto Europea hanno origine dalla transizione verso i motori elettrici. La forte concorrenza dei marchi cinesi e il dominio assoluto della statunitense Tesla hanno ridimensionato il ruolo dei grandi marchi europei dell'auto all'interno del panorama internazionale.
Malgrado le tariffe imposte dall'Unione Europea sui veicoli elettrici che giungono da Pechino e dintorni, la situazione non è affatto migliorata.
Lo scenario
Attualmente il panorama dell'Industria dell'auto è decisamente desolante. Le vendite continuano ad essere in calo, perché non solo c'è la concorrenza agguerrita dei rivali extraeuropei, ma anche perché stanno cambiando le abitudini dei clienti.
La richiesta di veicoli elettrici è diventata particolarmente debole dopo la fine degli incentivi statali, visto che i prezzi di queste auto rimangono inaccessibili per molti. Questo mix sta avendo effetti devastanti su molte imprese, e di conseguenza prospetta cali occupazionali molto forti lungo tutta la filiera.
Il peso dell'automotive in Europa
Dobbiamo ricordare che parliamo di un settore che contribuisce in modo importante al prodotto interno dell'Europa, circa 460 miliardi di euro.
Anche sotto il profilo occupazionale, il ruolo dell'Industria dell'auto è importante, dal momento che impiega circa 4 milioni di lavoratori. Per questo motivo hanno fatto scalpore i tagli annunciati soprattutto da Volkswagen, che alla fine di settembre ha messo in conto la possibilità di chiudere un suo stabilimento per la prima volta in quasi 90 anni di storia.
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