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lunedì 6 marzo 2023

Costo del denaro in crescita, l'euro potrebbe trovare slancio nei prossimi mesi

La corsa dell'inflazione sia negli Stati Uniti che nell'Eurozona ha spinto le due banche centrali a continuare lungo il percorso di strette monetarie, alzando cioè i tassi di interesse. Le aspettative solo che entro la fine dell'anno FED e BCE dovrebbero alzare il costo del denaro rispettivamente al 5,25% e al 4%.

Secondo diversi analisti, questo potrebbe favorire l'euro, dal momento che l'economia dell'Eurozona beneficerà di un miglioramento delle partite correnti, nonché della riapertura dell'economia cinese dopo le restrizioni anti-Covid.

Prospettive sul costo del denaro

Le azioni delle due banche centrali dovrebbero, dal punto di vista del mercato valutario, tradursi in una risalita nel cambio euro-dollaro, sia pure molto in modo graduale, fino ad almeno 1,10.
Attuamente il rapporto tra le due valute si trova verso 1,06, ma pochi mesi fa il cambio EUR-USD era sceso addirittura sotto la soglia della parità (quando la banca americana aveva accelerato sui rialzi del costo del denaro).

Inoltre nel mese di febbraio il rapporto tra le due valute si è deprezzato del 3,8%, oscillando tra un triplo massimo e triplo minimo, per poi alla fine realizzare il più grande calo di un mese dallo scorso aprile.

Le strette della BCE

I commenti aggressivi dei funzionari della Banca centrale europea fanno pensare che ci saranno ulteriori aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. La stessa presidente della BCE, Christine Lagarde, ha affermato che il costo del denaro dovrà aumentare e rimanere più elevati per un po' di tempo per combattere l'inflazione.

Del resto gli ultimi dati hanno mostrato che l'inflazione nella Eurozona è diminuita all'8,5% a febbraio, ma le aspettative erano per un calo dell'8,2%. Inoltre il tasso core - ossia depurato delle componenti più volatili - ha raggiunto un nuovo massimo storico.

Energia e guerra

Il contemporaneo calo dei prezzi dell'energia agirà in modo favorevole sulla bilancia delle partite correnti dell'eurozona, che quest'anno dovrebbe ritornare a registrare in buona avanzo. Tutti fattori di sostegno per la valuta unica (occhio, la prima cosa da fare quando si negozia un cambio valutario è chiedersi come sapere se un broker è affidabile).
A tutto ciò bisogna anche aggiungere la speranza di una risoluzione della guerra in Ucraina, che probabilmente sarebbe il driver più importante per la crescita dell'euro.

mercoledì 13 maggio 2020

Costo del denaro, la RBNZ decide di lasciarlo fermo e aggiornare il QE

Non ha regalato grandi sorprese il meeting di politica monetaria della banca centrale della nuova Zelanda. Al termine del meeting della scorsa notte, l'istituto centrale ha deciso infatti di lasciare il costo del denaro invariato allo 0,25%. Tuttavia, la RBNZ ha ritoccato in modo sostanzioso il proprio piano di acquisto titoli (Quantitative Easing).

Fermo il costo del denaro, sale il QE

Se nel meeting di marzo scorso la banca centrale era intervenuta pesantemente sui tassi, tagliandoli di 75 punti base, stavolta è rimasta ferma. Del resto proprio a marzo aveva preannunciato che il costo del denaro sarebbe rimasti fermo per un periodo lungo di tempo. E' invece intervenuta sul piano di acquisto titoli, il cui limite è stato portato da 33$ miliardi a 60$. Va anche detto che la RBNZ ha lasciato aperta a ulteriori interventi in futuro. Questo vale sia per il piano di quantitative easing che per i tassi. L'ipotesi che scendano a livelli negativi non è più così lontana.

La reazione dei mercati

Proprio per via di questa impostazione così accomodante (malgrado sia rimasto fermo il costo del denaro), il dollaro neozelandese ha subito reagito sul mercato dei cambi. Il cambio con il dollaro americnao (NZDUSD) è scivolato di circa un punto percentuale, rimbalzando su quota 0,611 per la terza volta nel giro di poco tempo. Chi fa trading con medie mobili forex avrà notato la resistenza posta dalla EMA 50. Va detto che la valuta neozelandese sta comunque recuperando terreno dai minimi toccati a marzo, grazie alla prospettiva di un allentamento delle misure di lockdown.

Suggerimento: prima di fare scalping heikin ashi intraday bisogna conoscere molto bene questo trading system, che è molto completo ma anche difficile da leggere.

Le prospettive commerciali e il PIL

Bisogna sottolineare che la valuta kiwi è strettamente legata all'andamento delle materie prime, essendo la Nuova Zelanda un paese orientato al commercio. Il declino della crescita economica tra i principali partner commerciali della Nuova Zelanda, porterà inevitabilmente a una riduzione delle esportazioni.

La banca centrale neozelandese ha formulato delle previsioni molto cupe per la crescita. Secondo l'istituto infatti ci sarà un crollo del PIL pari al 21,8% nel secondo trimestre di quest'anno. Per questo motivo non ha escluso ulteriori interventi di politica monetaria in futuro. Durante l'incontro, la RBNZ ha discusso tre scenari principali per l'ulteriore sviluppo della situazione, e anche il più ottimista di essi suggerisce un declino senza precedenti dell'attività economica e dell'occupazione.

venerdì 15 novembre 2019

Costo del denaro, la Banxico taglia ancora ma non si dà fretta

La scorsa notte, la banca centrale del Messico (Banxico) ha ancora una volta effettuato una correzione al costo del denaro. L'istituto infatti ha abbassato il tasso di interesse di riferimento al 7,50%. Si tratta del terzo ritocco espansivo effettuato nel corso del 2019.

La scelta della Banxico sul costo del denaro

La decisione di tagliare il costo del denaro è stata unanime, e tuttavia va precisato due dei 5 membri del Comitato avrebbero voluto un taglio ancora più sostanzioso, di 50 punti base.
La banca centrale della seconda economia dell'America Latina ha segnalato i rischi di crescita, e per questo probabilmente sarà ancora accomodante in futuro. Del resto la decisione del board guidato dal governatore Alejandro Díaz de León era prevista dai mercati. Infatti la Banxico si trova nelle condizioni tipiche per adottare un ciclo di espansione monetaria: inflazione in calo (il target ideale è sul 3%), crescita debole e valuta nazionale stabile. Ecco perché l'unico dubbio degli analisti non era tanto sulla realizzazione di tagli al costo del denaro, ma sulla velocità con cui saranno poste in essere.

La decisione della Banxico ha dato slancio al peso messicano, che dopo aver raggiunto i minimi mensili contro il dollaro USD, è rimbalzato leggermente verso quota 19.25 dando anche vita a una figura flag analisi tecnica.

Suggerimento: qualora vogliate fare investimenti sulle valute, dovrete anzitutto scegliere la piattaforma forex migliore italiana sicura, per evitare brutte sorprese.

Prossime mosse della Banxico

Il rendimento del peso messicano nelle prossime settimane potrebbe essere un fattore critico alla base della decisione della Banxico, se accelerare i tagli dei tassi o rimanere alla velocità attuale. Va invece notato un interessante cambiamento nell'ultimo paragrafo della dichiarazione della Banxico, che riduce l'importanza delle decisioni della FED rispetto alle decisioni sulla propria politica monetaria. Questo fa ritenere che anche se la banca centrale americana dovesse prendersi una lunga pausa del ciclo accomodante, la banca messicana invece continuerà per la propria strada.

mercoledì 25 settembre 2019

Costo del denaro, la banca della Nuova Zelanda non cambia rotta

Come era ampiamente previsto dai mercati, la banca centrale della Nuova Zelanda - la RBNZ - ha deciso di mantenere immutato il costo del denaro all'1%, ovvero il livello minimo storico toccato lo scorso agosto, quando venne effettuato un taglio di 50 punti base (a maggior c'era stato un altro taglio, ma di 25 punti base).

La scelta della RBNZ sul costo del denaro

L'organo di politica monetaria della RBNZ, ovvero il Monetary Policy Committee, non ha visto nei recenti dati economici alcun motivo per modificare la rotta della propria azione, neì cambiare le prospettive di politica monetaria. Secondo l'istituto, il costo del denaro globale a lungo termine resta vicino ai livelli storicamente bassi. Inoltre ha evidenziato che i tassi di interesse della Nuova Zelanda potrebbero rimanere a questo basso livello ancora a lungo. Malgrado questo, non ha affatto escluso la possibilità che in futuro possa esserci spazio per ulteriori stimoli fiscali e monetari, al fine di supportare l'economia in frenata.

Tenuto conto anche dell'intensificazione delle tensioni riguardo al commercio globale, secondo gli analisti c'è una possibilità del 66% che la RBNZ abbassi il costo del denaro di 25 punti base nel mese di novembre.

Appunti: qui parliamo del dollaro neozelandese, qui invece trovate trattato l'argomento cambio euro try previsioni.

La reazione degli investitori

La mossa della RBNZ, apparentemente meno accomodante di prima, ha inizialmente spinto il dollaro neozelandese sul mercato valutario, con un accumulation distribution forex che segnalava rialzi in vista. Il cambio NZDUSD infatti è salito fino a un nuovo massimo settimanale di 0,6350, ma in seguito ha avuto un forte rimbalzo fino a scendere in territorio negativo. Gli esperti infatti non vedono abbastanza prove di un'economia più forte, come apparentemente fa intendere la RBNZ.

Inoltre ci si è messa anche la forza dell'USD a completare il quarto. Infatti la valuta americana, dopo essere finita sotto pressione sulle notizie di un possibile impeachment contro il presidente Trump, ha invece ripreso vigore nella giornata odierna.

venerdì 10 maggio 2019

Costo del denaro, la Norges Bank fissa la stretta a giugno

La banca centrale di Norvegia ha deciso nel meeting di giovedì, di lasciare invariato il costo del denaro. Tuttavia, ha già preannunciato che nel mese di giugno opererà una nuova stretta monetaria, dopo quella di 25 punti base fatta nel mese di marzo.

Norges Bank e costo del denaro

L'ultimo meeting di politica monetaria conferma quindi che la Norges Bank ha un approccio da "falco", pur mantenendo il costo del denaro all'1%. La dichiarazione resa dal governatore Oystein Olsen è stata abbastanza chiara. In base ad una valutazione di rischi e delle prospettive economiche norvegesi, c'è l'intenzione di procedere ad una nuova manovra restrittiva, salvo che non si verifichino degli shock improvvisi per l'economia.

Le proiezioni economiche della Norges Bank sono positive. Anzitutto continua a crescere la capacità produttiva, e il Pil viene visto in aumento annuo dell’1,7%. In secondo luogo l'inflazione sta viaggiando forte, è già oltre il target del 2% e l'ultimo report ha addirittura sorpreso gli analisti arrivando al +2,9%. Inoltre il tasso di disoccupazione è a livelli fisiologici. Resta però un fattore di incertezza legato alle prospettive economiche globali. Ricordiamo infatti che la Norvegia è fortemente legata al settore petrolifero, che a sua volta risente sia dei timori di una decelerazione globale, sia delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Consiglio: cercate di ampliare sempre le vostre strategie di trading. Qui trovate spiegata la strategia RSI e media mobile.

L'andamento della Corona

Proprio questi fattori di pericolo, spiegano perché nonostante la Norges Bank esprima una prospettiva molto più aggressiva rispetto alla Fed circa il costo del denaro, il cambio della Corona Norvegese contro euro e dollaro non decolla. Se dopo aver deciso qual è il miglior sito per trading online, andiamo ad aprire i grafici della Corona NOK, possiamo vedere cosa è successo. Dopo il meeting della Norges Bank, infatti, la Corona Norvegese ha avuto un sussulto ma dopo ha perso di nuovo quota. Il cross USD-NOK sta salendo dalla fine del mese di aprile, così come è accaduto per la coppia EUR-NOK.