mercoledì 13 maggio 2020

Costo del denaro, la RBNZ decide di lasciarlo fermo e aggiornare il QE

Non ha regalato grandi sorprese il meeting di politica monetaria della banca centrale della nuova Zelanda. Al termine del meeting della scorsa notte, l'istituto centrale ha deciso infatti di lasciare il costo del denaro invariato allo 0,25%. Tuttavia, la RBNZ ha ritoccato in modo sostanzioso il proprio piano di acquisto titoli (Quantitative Easing).

Fermo il costo del denaro, sale il QE

Se nel meeting di marzo scorso la banca centrale era intervenuta pesantemente sui tassi, tagliandoli di 75 punti base, stavolta è rimasta ferma. Del resto proprio a marzo aveva preannunciato che il costo del denaro sarebbe rimasti fermo per un periodo lungo di tempo. E' invece intervenuta sul piano di acquisto titoli, il cui limite è stato portato da 33$ miliardi a 60$. Va anche detto che la RBNZ ha lasciato aperta a ulteriori interventi in futuro. Questo vale sia per il piano di quantitative easing che per i tassi. L'ipotesi che scendano a livelli negativi non è più così lontana.

La reazione dei mercati

Proprio per via di questa impostazione così accomodante (malgrado sia rimasto fermo il costo del denaro), il dollaro neozelandese ha subito reagito sul mercato dei cambi. Il cambio con il dollaro americnao (NZDUSD) è scivolato di circa un punto percentuale, rimbalzando su quota 0,611 per la terza volta nel giro di poco tempo. Chi fa trading con medie mobili forex avrà notato la resistenza posta dalla EMA 50. Va detto che la valuta neozelandese sta comunque recuperando terreno dai minimi toccati a marzo, grazie alla prospettiva di un allentamento delle misure di lockdown.

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Le prospettive commerciali e il PIL

Bisogna sottolineare che la valuta kiwi è strettamente legata all'andamento delle materie prime, essendo la Nuova Zelanda un paese orientato al commercio. Il declino della crescita economica tra i principali partner commerciali della Nuova Zelanda, porterà inevitabilmente a una riduzione delle esportazioni.

La banca centrale neozelandese ha formulato delle previsioni molto cupe per la crescita. Secondo l'istituto infatti ci sarà un crollo del PIL pari al 21,8% nel secondo trimestre di quest'anno. Per questo motivo non ha escluso ulteriori interventi di politica monetaria in futuro. Durante l'incontro, la RBNZ ha discusso tre scenari principali per l'ulteriore sviluppo della situazione, e anche il più ottimista di essi suggerisce un declino senza precedenti dell'attività economica e dell'occupazione.

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